martedì 13 settembre 2011

Presentazione del rapporto Alzheimer 2011




Questa mattina, presso l’assessorato alle Politiche sociale e Servizi per la salute, è stato presentato il Rapporto Mondiale Alzheimer 2011. In vista della Giornata Mondiale Alzheimer, che si svolge il 21 settembre, l’indagine, presentata in contemporanea anche a Londra e New York, rileva che i tre quarti dei 36 milioni stimati di persone con demenza nel mondo non ricevono una diagnosi e non beneficiano né di informazioni né di trattamenti. Si calcola che una diagnosi precoce potrebbe far risparmiare 10.000 dollari per malato. Alla presentazione è intervenuto anche l’assessore ai Servizi per la salute Pierfrancesco Majorino, che ha dichiarato: “Sono 20 mila gli anziani milanesi malati di patologie di demenza senile. Di questi si stima che siano circa 12 mila quelli malati di Alzheimer, di cui solo il 20-50% sono riconosciuti e documentati in quanto tali. Intendiamo sostenere, per quanto è nelle possibilità e competenze del nostro assessorato, le iniziative volte a diagnosticare la malattia, che spesso colpisce persone che vivono sole e che hanno pochi contatti con la società. Anche per questo – ha proseguito l’assessore - crediamo che sia molto importante il Piano antisolitudine che presto avvieremo per monitorare gli anziani e i cittadini che abitano soli. Creare un contatto quotidiano con questa fascia debole della società è un obiettivo prioritario per cercare di ridurre quell'ampia fetta di disagio, che nelle metropoli contemporanee colpisce tutti coloro che sono esterni al processo produttivo, e per favorire la diagnosi di malattie senili come l'Alzheimer".

mercoledì 7 settembre 2011

Soste per disabili.Controlli fiscali per i furbi del parcheggio


«Leonardo Donofrio dell' ANMIC, dopo le segnalazioni dei disabili, al via i controlli fiscali a chi parcheggia negli spazi riservati ai disabili»
«La proposta arriva dagli assessori alla Mobilità, Pierfrancesco Maran e alla Polizia locale, Marco Granelli»
«I Vigili risaliranno al proprietario dell’auto dalla targa, attraverso una visura al Pubblico Registro Automobilistico e poi procederanno a un accertamento all’Agenzia delle entrate»
Ecco il comunicato del Comune di Milano

Il brutto vizio di alcuni automobilisti di appropriarsi di parcheggi destinati a chi è portatore di handicap, sia quelli assegnati fuori dal portone di casa, sia quelli “liberi” in prossimità di servizi e uffici, sarà un po’ meno diffuso, pena l’immediata segnalazione al fisco per i controlli del caso. Tradotto: chi parcheggerà nei posti riservati ai disabili sarà oggetto anche di un controllo all’Agenzia delle Entrate. I Vigili risaliranno al proprietario dell’auto dalla targa, attraverso una visura al Pubblico Registro Automobilistico e poi procederanno a un accertamento all’Agenzia delle entrate al cui database la Polizia locale è già collegata per altre operazioni di controllo.
La proposta arriva dagli assessori alla Mobilità, Pierfrancesco Maran e alla Polizia locale, Marco Granelli che stanno lavorando all’iter per introdurre questa procedura, già applicata da tempo nella città di Londra, anche a Milano già dal prossimo mese di ottobre.

“La verifica presso l’Agenzia delle Entrate sarà un ulteriore e decisivo disincentivo verso questa odiosa infrazione che colpisce le persone disabili” spiega l’assessore Maran.

“Riteniamo che a comportamenti irregolari come parcheggiare sugli spazi riservati ai disabili – sottolinea l’assessore Granelli – ne possano corrispondere altrettanti, ad esempio in materia fiscale. Per questo consideriamo utile lo strumento dell’accertamento presso l’Agenzia delle Entrate al fine di individuare trasgressioni anche di altre norme”.

A Milano i posti riservati ai disabili sono complessivamente oltre 4.000 di cui 2.700 generici e oltre 1.300 personalizzati(concessi dalla commissione.

Nel 2010 sono state 10.802 le multe per sosta vietata sugli spazi generici riservati ai disabili, 5.474 nei primi sei mesi del 2011. Sugli spazi assegnati dalla commissione le infrazioni rilevate sono state 1.134 nel 2010 e 629 nei primi sei mesi del 2011.

“Siamo pronti a scommettere che nel giro di pochi mesi il numero delle multe non sarà più così alto” concludono i due assessori.

Milano, 6 settembre 2011

venerdì 22 luglio 2011

IUniScuoLa. Dislessia, Gelmini presenta misure a favore di studenti con Disturbi specifici di apprendimento (DSA) per scuola e università


Ecco il Comunicato del Miur:

Il Ministro dell‘Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini ha firmato il decreto attuativo della legge 170/2010 che riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come disturbi specifici di apprendimento (DSA). La legge tutela il diritto allo studio dei ragazzi con DSA individuando e puntando soprattutto su nuove forme didattiche, su adeguate modalità di valutazione e su una specifica formazione dei docenti. Secondo le ultime rilevazioni del Miur, del febbraio 2011, sono circa 70 mila gli alunni con diagnosi di DSA, ma secondo recenti ricerche scientifiche la percentuale della popolazione scolastica interessata dai DSA va dal 3% al 5%, pertanto il numero dei casi non ancora diagnosticati potrebbe riguardare oltre 200 mila alunni. Il Miur guarda a questo problema con massima attenzione e promuove, anche attraverso nuove Linee Guida, il successo formativo - a scuola e all’università – di alunni e studenti con DSA, garantendo il supporto alle loro famiglie.

Misure educative e didattiche
Con il decreto attuativo e le Linee Guida, sono individuate, ai sensi della Legge 170/2010, le misure educative e didattiche di supporto utili a sostenere il corretto processo di insegnamento/apprendimento, fin dalla scuola dell’infanzia. Le Linee Guida presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base delle più recenti conoscenze scientifiche, per realizzare interventi personalizzati, che puntano sulla centralità delle metodologie didattiche.

Strumenti compensativi e misure dispensative
Il decreto prevede strumenti didattici e tecnologici (strumenti compensativi) che facilitano lo studio degli alunni con DSA:

  • sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;
  • il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;
  • i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori;
  • la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo.

Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni particolarmente difficoltose a causa del disturbo. Per esempio, si può essere dispensati dalla prova scritta di una lingua straniera, in corso d’anno e in sede di esame, e svolgere prove sostitutive equipollenti (con un computer dotato di sintesi vocale o in forma orale).

Rapporti con le famiglie
Particolare importanza riveste il rapporto con le famiglie degli alunni con DSA. Nel primo periodo di approccio dei figli con la scuola primaria, le famiglie sono poste di fronte a difficoltà inattese e necessitano di essere supportate e informate con professionalità e costanza sulle strategie didattiche che di volta in volta la scuola progetta per i loro figli, sulle verifiche e sui risultati attesi e ottenuti. Per tali necessità, le istituzioni scolastiche organizzeranno con maggior frequenza incontri con le famiglie interessate, affinché l'operato dei docenti risulti conosciuto, condiviso e coordinato con l'azione educativa della famiglia stessa.

Università
Anche gli studenti universitari con DSA hanno diritto a veder riconosciuti le misure dispensative e gli strumenti compensativi adottati nelle scuole, sin dai test di ammissione, nei quali si potrà prevedere un tempo aggiuntivo, fino a un massimo del 30% in più, per lo svolgimento delle prove.
Nel normale percorso accademico, gli Atenei consentono agli studenti con diagnosi di DSA di poter utilizzare le facilitazioni e gli strumenti compensativi eventualmente già in uso durante il percorso scolastico, quali, ad esempio:

  • registrazione delle lezioni;
  • utilizzo di testi in formato digitale;
  • programmi di sintesi vocale.

Anche durante gli esami universitari, si applicano le misure dispensative e gli strumenti compensativi (prove orali invece che scritte; uso di personal computer con correttore ortografico e sintesi vocale; tempo supplementare fino a un massimo del 30% in più).
Inoltre, gli Atenei debbono prevedere servizi specifici per gli studenti con DSA, che pongano in essere tutte le azioni necessarie a garantire l’accoglienza, il tutorato, la mediazione con l’organizzazione didattica e il monitoraggio dell’efficacia delle prassi adottate (ad es. utilizzo di tutor specializzati; consulenza per l’organizzazione delle attività di studio; lezioni ed esercizi on line sul sito dell’università, ecc.).

Formazione per i dirigenti scolastici e i docenti
Il MIUR ha già avviato e finanziato azioni di formazione su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di avere un ‘referente per la dislessia’ in ogni scuola. Ad oggi, interventi di formazione sono stati realizzati in dodici regioni italiane. In altre sei saranno avviati entro l’anno.
A partire dal prossimo anno accademico, in accordo con la Conferenza nazionale permanente dei Presidi di Scienze della Formazione, il Ministero promuoverà percorsi di alta formazione attraverso l’attivazione, in 32 università, di Corsi di Perfezionamento o Master in “Didattica e psicopedagogia per i Disturbi Specifici di Apprendimento”, rivolti a dirigenti scolastici e a docenti delle scuole di ogni ordine e grado.
I corsi hanno durata annuale, con relativa acquisizione di 60 CFU (Crediti Formativi Universitari). Per realizzare un’offerta formativa flessibile, che si adatti ai diversi bisogni formativi del personale della scuola, i corsi sono articolati in tre moduli, ciascuno equivalente a 20 CFU, corrispondenti rispettivamente ad un livello ‘base’, ‘intermedio’ e ‘avanzato’, che possono essere frequentati anche singolarmente.
L’articolazione generale prevede almeno ¼ dell’impegno didattico dedicato ad esperienze laboratoriali, applicative delle cognizioni teoriche apprese, svolte a scuola, con certificazione delle attività da parte del Dirigente scolastico, o di tirocinio con tutor presso centri specializzati e scuole selezionate.
Le spese per la frequenza dei corsi saranno a carico del Ministero.
Per le azioni di formazione sono stati stanziati due milioni di euro.

Nascono i CTS per la dislessia – Centri Territoriali di Supporto alle scuole
Sono 96 i Centri Territoriali di Supporto, dislocati su tutto il territorio nazionale e rappresentano strutture di supporto per i docenti collocate presso “scuole polo”. I CTS possono essere impiegati come centri di consulenza, formazione, collegamento e monitoraggio e saranno connessi telematicamente, anche per la rilevazione dei dati. Vi operano tre docenti, esperti nelle nuove tecnologie, che potranno dare indicazioni su strumenti hardware e su prodotti software specifici, oltre che sull’impiego di strumenti compensativi. Per potenziare i CTS il MIUR ha stanziato, tra il 2010 e il 2011, un milione di euro.

Pagina web del sito
All’interno del sito del MIUR, è stata dedicata una pagina web ai DSA, all’indirizzo http://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa.
È possibile visionare, oltre all’intera normativa in materia, schede di approfondimento, costantemente aggiornate, e documentazione degli interventi didattici attivati dalle scuole (come per esempio il Piano Didattico Personalizzato). Sono inoltre riportati i recapiti dei referenti regionali del MIUR per i DSA e gli indirizzi dei CTS. Tra le pubblicazioni sul sito, anche il volume degli Annali dell’Istruzione che è stato recentemente dedicato ai DSA.

Protocollo d’intesa Miur-Telecom-AID
Prosegue la collaborazione con la Fondazione Telecom Italia che, con l’Associazione Italiana Dislessia, ha attuato un articolato programma di interventi sul fronte del monitoraggio e riconoscimento precoce della dislessia, sulla formazione e sensibilizzazione degli insegnanti, sulla diffusione, a casa e nelle scuole, di tecnologie specifiche per la lettura e l’apprendimento. Inoltre, quest’anno si attiva il concorso “A scuola di dislessia” per promuovere l’innovazione didattica.

Monitoraggio

Con decreto del Ministro è istituito un Gruppo di lavoro nazionale con il compito di monitorare l’attuazione delle norme della Legge 170/2010 e delle disposizioni contenute nel decreto attuativo.

giovedì 14 luglio 2011

Rapporto Cnel sul mercato del lavoro 2010-2011: prospettive migliori ma rischi in agguato

da News del CNEL

La crisi degli ultimi due anni ha colpito la crescita dell’economia, ma ha risparmiato in parte l’occupazione che ha retto grazie al sistema di ammortizzatori sociali, che hanno salvato 833 mila posti di lavoro. Tuttavia, giovani e Mezzogiorno hanno visto crescere le difficoltà e le prospettive per il 2011 non consentono di garantire una crescita tale da recuperare i posti di lavoro persi.

E’ la sintesi delle conclusioni alle quali è giunto il Rapporto Cnel sul Mercato del Lavoro 2010-2011, realizzato dal team guidato dal prof. Carlo dell’Aringa e presentato il 14 luglio 2011 in una iniziativa aperta dal Presidente del Cnel Antonio Marzano, con la partecipazione del Presidente della Commissione (III) del Cnel Edoardo Patriarca, del presidente dell’Istat Enrico Giovannini, e del Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.

Il Rapporto ha messo in evidenza che il sistema italiano degli ammortizzatori , pur proteggendo i lavoratori dagli aspetti più gravi della caduta produttiva, non è comunque riuscito a evitare che fossero i giovani con occupazione a tempo determinato a subire i contraccolpi maggiori della crisi.

Il Rapporto parla di una dimensione generazionale della crisi che ha visto peggiorare anche la prospettiva di passaggio ad una occupazione stabile; mentre prima della crisi il 31% dei giovani occupati con contratto temporaneo passava ad una occupazione stabile, dopo la crisi ciò accadeva solo per il 22%. Non solo: mentre prima della crisi il fenomeno dei NEET (né occupati, né in formazione) si aggirava intorno al 16% dei giovani (16-24 anni) e al 24 % per i giovani adulti (25-30 anni); dopo la crisi la percentuale è salita rispettivamente al 18,6 e al 28,8 % nel terzo trimestre 2010.

Il Mezzogiorno ha sofferto più di altre zone del Paese, con un calo dell’occupazione che è stato del 5%: più di tre volte superiore al calo subito nel Nord ( 1,5%). Peraltro il tasso allargato della disoccupazione meridionale (disoccupati più “scoraggiati” che interrompono la ricerca) ad una quota pari al 24,5%.

Lavoratori stranieri e lavoro femminile sono le due grandezze che hanno visto crescere la base dell’occupazione, ma mentre per l’occupazione femminile la crescita si è accompagnata ad una bassa qualificazione dei posti di lavoro, nella componente di occupazione straniera, aumentata di 330 mila unità fra il 2008 e il 2010, i tassi di disoccupazione negli anni della crisi vengono segnalati dal Rapporto Cnel in misura nettamente superiore alla componente italiana.

Di particolare rilievo l’analisi relativa ai titoli di studio ed alle competenze richieste dal mercato del lavoro.

La laurea e la qualificazione garantiscono posti di lavoro più della istruzione inferiore, anche se solo per un terzo dei casi di livello coerente al titolo di studio. Fra il 2007 e il 2010, gli occupati laureati sono infatti aumentati ( +286mila persone) mentre gli occupati con basse qualifiche ed istruzione sono diminuiti (- 887 mila lavoratori).

Il Rapporto analizza il modello virtuoso tedesco che, grazie a competitività ed esportazioni, è riuscito ad attraversare la crisi di crescita europea senza soffrire in termini di perdita occupazionale, ed indica proprio quel modello, fatto di qualificazione, istruzione e politiche attive di reinserimento dei lavoratori nel circuito produttivo. Le prospettive 2011 indicate dal Rapporto non sono negative. Nonostante tutto, gli indicatori non segnalano un allarme di disoccupazione strutturale in Italia e indicano che, nello scenario base, con una crescita del Pil tra lo 0,5% e l’1%, la flessione delle unità del lavoro sarebbe leggera, gli occupati crescerebbero dello 0,3% ed il tasso di disoccupazione scenderebbe dall’8,4 al 8,1%.

Nello scenario meno favorevole, invece, la ristrutturazione potrebbe continuare. Nell’uno come nell’altro caso la domanda di lavoro futura vedrà aumenti maggiori per le professioni qualificate e contrazioni per il lavoro meno qualificato.

Roma – 14 luglio 201

lunedì 11 luglio 2011

L'inquinamento costa 10 miliardi e 8.200 morti


Ambiente urbano. Servono interventi radicali, ma giustificati dagli enormi costi sociali del fenomeno

di Marco Percoco, assistant professor al Dipartimento di analisi istituzionale e management pubblico alla Bocconi

La World health organization ci ha ricordato, se mai ve ne fosse bisogno, che la qualità dell’ambiente urbano in Italia è scadente. Delle quattro città più inquinate d’Europa, tre sono italiane. La maglia di più inquinata del Vecchio Continente va a Plovdiv in Bulgaria, seguita da Torino, Brescia e Milano. Quest’ultima è nel gruppetto di testa, nonostante decenni di interventi di lotta allo smog più o meno efficaci.

Le città hanno conosciuto e mostrato un interesse nei confronti del problema inquinamento altalenante e non sempre sostenuto da una visione di lungo periodo. Ultimamente, sembra aver prevalso la rassegnazione sia dal lato dei cittadini sia da quello degli amministratori locali, come se la famigerata concentrazione di PM10 e di NOx fosse un inevitabile prodotto dello sviluppo economico. Ma la Who ha stimato in 8.200 i decessi attribuibili all’inquinamento nelle 13 città italiane più grandi; ben 2.000 di queste morti avvengono a Milano. Tutto ciò ha un costo per la collettività, un costo invero significativo in questo caso. Se si considera che la stima del valore sociale di una vita umana è di circa 1,2 milioni di euro, si ottiene che il costo sociale dell’inquinamento è di quasi 10 miliardi di euro, di cui 2,4 per la sola Milano.
Sebbene questa cifra possa sembrare enorme, va detto che essa rappresenta una stima per difetto sia perché lo studio fornisce dati anche sulle malattie indotte dallo smog e non necessariamente mortali (si pensi all’asma), non ricomprese nel costo sociale, sia perché l’analisi della Who considera solo il territorio comunale e non quello metropolitano.
Le città italiane hanno fatto qualcosa negli ultimi anni per far fronte all’inquinamento, ma hanno fatto poco e male. Gli interventi di regolazione del traffico (che contribuisce per oltre il 50% alla produzione di PM10) a mezzo di zone a traffico limitato, targhe alterne, domeniche a piedi, si sono rivelati generalmente inefficaci.
Milano ha adottato, al pari di altre città europee, una tassa per le automobili che entrano nel centro della città, il cosiddetto Ecopass. Tale intervento ha abbassato il livello medio di concentrazione di polveri sottili del 17-18%, con evidenti e significative ricadute per la salute pubblica. Studi recenti dimostrano che l’applicazione dell’Ecopass ha prodotto una variazione positiva del benessere sociale, in alcuni casi addirittura superiore a quella generata dalla tassa sulla congestione londinese.
Ma è necessario fare di più a Milano come nelle altre città italiane. L’introduzione di una tassa sull’inquinamento può apportare significativi guadagni per la collettività purché applicata in maniera estensiva. Inoltre, incentivi all’acquisto di mezzi ecologici (o disincentivi all’acquisto di auto più inquinanti come i suv, così come paventato dal recente decreto sul federalismo fiscale) potrebbero garantire sicuri benefici sociali, sebbene solo nel lungo periodo.
Infine, il consumo di suolo nelle aree periurbane va limitato. La dispersione urbana produce un incremento dei chilometri percorsi dalle persone che si spostano dalle periferie verso il centro, con un conseguente deterioramento dell’ambiente. Una città metropolitana più compatta garantirebbe, invece, una migliore gestione della mobilità e un minor ricorso all’automobile e, di conseguenza, un minore inquinamento.
Questi interventi sono necessari, anche se sembrano estremamente costosi, ma forse un problema da circa 10 miliardi di euro all’anno vale un’attenzione e un attivismo superiori a quelli attuali
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fonte Via sarfatti25.it

sabato 2 luglio 2011

Milano.Più attenzione ai parcheggi per disabili

L'assessore alla Polizia Locale Marco Granelli ha deciso di dare priorità assoluta agli interventi di rimozione forzata in caso di occupazione abusiva dello spazio auto riservato ai disabili
Milano, 1° luglio 2011 - Priorità assoluta agli interventi di rimozione forzata per auto in sosta sugli spazi riservati ai disabili. Lo ha deciso oggi l’assessore alla Polizia Locale e alla Coesione sociale Marco Granelli, che ha già dato disposizioni a riguardo al Comandante della Polizia locale. L’urgenza è dettata dalle continue segnalazioni di disabili che si ritrovano il posto auto a loro riservato occupato, tra cui il caso della mamma di Rebecca, la bambina affetta da disabilità grave. “Oggi stesso - ha fatto sapere l’assessore - ho telefonato alla mamma di Rebecca per segnalarle azioni e progetti che intendiamo realizzare. Le ho anche chiesto di fissare un incontro per verificare quanto accaduto". Il piano, che verrà realizzato anche in collaborazione con l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, prevede:

- la priorità assoluta agli interventi di rimozione forzata in caso di occupazione abusiva dello spazio auto riservato ai disabili;

- una campagna di sensibilizzazione per il rispetto delle aree di sosta, da realizzare insieme alle associazioni di disabili e a chi lavora in questo ambito;

- analisi e successiva sperimentazione di un sistema, già brevettato da alcune aziende, che permetta l'installazione di un sensore presso il posto auto in grado di riconoscere quando a parcheggiare non è un veicolo autorizzato.

“Con queste azioni - ha spiegato l’assessore - si vuole aiutare la nostra città ad essere più attenta a tutti, iniziando dalle persone che hanno più difficoltà: è una questione di dignità. Noi stiamo facendo la nostra parte come istituzioni, chiediamo la collaborazione dei cittadini per dare un segnale di civiltà”.

Nelle prossime settimane verranno resi noti gli interventi realizzati e l’andamento delle azioni programmate.

martedì 7 giugno 2011

Salute: i consigli del ministero sul batterio Escherichia Coli

Situazione sotto controllo, non ci sono rischi in Italia di infezioni causate dal batterio – al momento circoscritto nella zona di Amburgo nella Germania del nord. Il ministro Fazio ha ricordato come l'Italia abbia un efficiente sistema di sorveglianza sindromica in grado di segnalare e curare tempestivamente eventuali casi. Ad oggi non è giunta nessuna segnalazione di infezione da parte di questo ceppo di batterio E.coli, né nella popolazione italiana residente, né in turisti provenienti dalla Germania. Tuttavia, il ministero della Salute a titolo precauzionale ha allertato le Regioni, le strutture sanitarie e gli uffici sanitari alle frontiere, responsabili dei controlli sulle importazioni alimentari e suggerisce alla popolazione italiana, di mantenere le normali norme igieniche:
  • lavarsi frequentemente le mani dopo aver maneggiato alimenti; lavare a fondo le verdure;
  • evitare il consumo di carne cruda;
  • lavare bene coltelli, taglieri e altri utensili usati per la preparazione dei cibi;
  • evitare di utilizzare senza lavare lo stesso tagliere e/o utensile per più alimenti;
  • lavare bene le mani prima di manipolare i cibi e dopo aver usato la toilette

venerdì 27 maggio 2011

1.000 posti di lavoro nelle attività legate a Expo 2015 per persone con disabilità

Almeno 1.000 posti di lavoro nelle attività legate a Expo 2015 per persone con disabilità.

E' l'impegno assunto dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni (che ha definito la cifra "prudenziale"), con la sottoscrizione di un Protocollo di intesa con Expo 2015 spa e le associazioni di rappresentanza e tutela delle persone con disabilità, presente l'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro Gianni Rossoni, che ha dato un contributo decisivo a questo progetto, oltre al dr. Mario Melazzini e Marco Rasconi, presidente della Lehda Milano, e ai rappresentanti di Lega Cooperative (Felice Romeo) e di Confcooperative (Maurizio Ottolini).

Expo 2015 spa era rappresentata da Alberto Mina, direttore Affari istituzionali ed Eventi.

"Expo 2015 - ha sottolineato Formigoni - rappresenta una grande opportunità anche per definire nuove politiche di inclusione lavorativa di soggetti con disabilità. Vogliamo promuovere una cultura della centralità della persona, in grado di portare, anche se patisce una disabilità, un contributo qualificato e prezioso nel mondo del lavoro e dell'impresa".

L'iniziativa si raccorda con il Piano d'azione regionale, che punta insieme su formazione e occupazione dei disabili e si propone di andare oltre il semplice rispetto della normativa in materia (la legge 68).

"Vogliamo invece attuare - ha spiegato Formigoni - una strategia condivisa, che miri a: interpretare l'impresa sociale come strumento di sussidiarietà, per sperimentare processi di inserimento lavorativo; sostenere l'applicazione di tecnologie per favorire l'inserimento; stimolare percorsi formativi per persone con disabilità, in modo che possano lavorare efficacemente all'interno di servizi in Expo".

Le forme contrattuali potranno essere tirocini lavoratovi e/o formativi, borse lavoro, stage lavorativi, contratti a tempo determinato, ecc.

La Lombardia, ha assicurato il presidente, metterà risorse proprie, reperibili tra l'altro anche all'interno di un Accordo Quadro siglato col Ministero del Lavoro, che prevede un finanziamento di 20 milioni per progetti di inserimento lavorativo relativi alla realizzazione dell'Expo.

(Lombardia Notizie Ln - Milano))

giovedì 26 maggio 2011

Disturbi specifici di apprendimento (DSA)

Rimane valida anche per il corrente anno scolastico la diagnosi presentata prima dell’entrata in vigore della L 170/2010

Ecco la Nota prot.n. 3573 del 26 maggio 2010-Prot. MIURAOODGOS 3573
Oggetto: Diagnosi alunni con DSA precedente all’entrata in vigore della Legge 8 ottobre 2010 n.170 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”

La Legge 8 ottobre 2010 n. 170 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento (DSA). La Legge dispone altresì, a favore di alunni e di studenti con diagnosi di DSA, l’attivazione presso le istituzioni scolastiche di apposite misure educative e didattiche individualizzate e personalizzate, nonché di specifiche forme di valutazione, anche in sede di Esami di Stato.

Ai sensi dell’art. 3, comma 1, della Legge in questione, l’individuazione di alunni e studenti con DSA avviene mediante specifica diagnosi rilasciata dalle strutture specialistiche del Servizio Sanitario Nazionale. L’articolo citato dispone, inoltre, che le Regioni, nel cui territorio non sia possibile effettuare la diagnosi nell’ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio Sanitario Nazionale possono prevedere, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti o da strutture accreditate.
Pertanto, il dettato della Legge innova quanto previsto dalla nota ministeriale prot. n. 26/A 4° del 5 gennaio 2005, ove era indicata la possibilità di avvalersi direttamente, per il rilascio della diagnosi, di specialisti o di strutture accreditate.

Risulta tuttavia opportuno precisare, anche a seguito delle numerose segnalazioni provenienti dal territorio, che le disposizioni in parola hanno effetto solo a partire dall’entrata in vigore della stessa Legge, ossia dal 2 novembre 2010. Gli alunni e gli studenti, con diagnosi di DSA redatta anteriormente all’entrata in vigore della Legge, potranno quindi regolarmente usufruire degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previsti, sia nella normale attività didattica sia nell’ambito dei prossimi Esami di Stato.

Inoltre, in considerazione dell’imminente svolgimento degli scrutini finali e degli esami di Stato del primo e del secondo ciclo, i Dirigenti scolastici potranno ritenere valide anche le diagnosi o le certificazioni rilasciate da specialisti o strutture accreditate successivamente al termine sopra richiamato, e comunque in tempi utili per l’attivazione delle previste misure educative e didattiche individualizzate e personalizzate, nelle more dell’emanazione da parte delle Regioni di appositi provvedimenti, tesi a disciplinare quanto previsto dall’art. 3, comma 1, della Legge in parola, fatte salve le disposizioni eventualmente già emanate dalle Regioni stesse.

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mercoledì 25 maggio 2011

Stress da lavoro, le linee guida dell’Inail

Le situazioni di disagio lavorativo sono in costante aumento e lo stress legato all’attività lavorativa è diventato un problema assai diffuso.
Lo stress legato al lavoro è oggetto di preoccupazione sia per i datori di lavoro sia per i lavoratori. Vi è quindi un interesse comune ad affrontare la tematica e la necessità di una azione congiunta. L'INAIL, istituto per gli infortuni sul lavoro, mette a disposizione delle aziende gli strumenti e le linee guida per procedere alla valutazione e alla gestione del rischio. In un'apposita piattaforma online del proprio portale - mette a disposizione una metodologia da seguire e specificatamente contestualizzata alle indicazioni di legge. All'area informativa è possibile accedere mediante una semplice registrazione gratuita. Nel portale sono disponibili strumenti per effettuare la valutazione e la conseguente gestione del rischio da stress lavoro-correlato attraverso un percorso scientificamente corretto, con il coinvolgimento coordinato, partecipato ed integrato dei lavoratori e delle figure della prevenzione presenti in azienda. Nello specifico un "manuale" predisposto mette a disposizione una lista di controllo da utilizzare nella fase della valutazione preliminare che permette di rilevare numerosi parametri tipici delle condizioni di stress, un questionario da utilizzare nella fase di valutazione della percezione soggettiva dei lavoratori - e utile all'identificazione e alla caratterizzazione del rischio da stress lavoro-correlato e delle sue cause - e, infine, una guida per la predisposizione dei focus group (da utilizzare nella fase di gestione e monitoraggio per identificare soluzioni efficaci in base ai risultati emersi dalla valutazione).
Leggi
Dossier “Stress da lavoro, le linee guida dell’Inail”

venerdì 6 maggio 2011

SALUTE: L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE, FISICA E MENTALE



«‘linee guida’ per la terza età: benessere, salute mentale, malattie delle ossa e utilizzo corretto dei farmaci»


Per una Milano che invecchia, quattro grandi medici indicano la strada per affrontare al meglio la terza età.


Perché in città negli ultimi 30 anni il numero degli anziani è passato dal 14 al 24 per cento degli abitanti superando la soglia dei 300 mila residenti (314mila): 124 mila uomini e 190 mila donne. I centenari sono raddoppiati in 10 anni, passando da 220 a 430, con un rapporto donne-uomini di 7:1.


Essere anziani, però non significa trascurare la propria salute, sentirsi soli e vivere negativamente questa parte di vita.


giovedì 14 aprile 2011

Sostegno: non tagli ma incremento di posti?

«A tutela del ruolo della scuola per l’integrazione, in Lombardia nel biennio scorso i posti di sostegno sono aumentati di 664 unità»



[Tu che ne pensi? Dillo a





Ecco il Comunicato stampa del 7 aprile 2011: «In merito all’attribuzione delle risorse di sostegno e alle problematiche relative, spiace dover prendere atto del fatto che da parte di qualcuno attraverso organi di stampa è attribuita all’Ufficio scolastico regionale disattenzione o, peggio, un atteggiamento discriminatorio nei confronti dei bambini e dei ragazzi con bisogni speciali. Questa Direzione considera l’inserimento degli alunni disabili nelle classi una conquista di civiltà che giustamente caratterizza la scuola italiana e che vede anche nella realtà lombarda modelli di eccellenza, basati sulla professionalità e sull’impegno di tanti operatori scolastici. Per questo ha sempre garantito la realizzazione delle esperienze di integrazione, supportando opportunamente le scuole sia con adeguate dotazioni di organico sia con finanziamenti per la formazione dei docenti e per la sperimentazione di tipo metodologico-didattico. In particolare, rispetto alle dotazioni organiche vale la pena di sottolineare come in Lombardia nel biennio scorso i posti di sostegno siano aumentati di 664 unità (+ 5,75%), a fronte di una riduzione dei docenti curricolari di 7383 posti (- 7,6%). Si intendono riaffermare inoltre alcuni principi fondanti, a tutela del ruolo della scuola per l’integrazione e della specificità pedagogica dell’intervento di competenza e a difesa delle prerogative dei docenti che vi operano:


  • l’integrazione, se è vera integrazione, non passa esclusivamente attraverso l’insegnante di sostegno, ma è il frutto dell’impegno congiunto di tutti i docenti che operano sulla classe;

  • il docente di sostegno non deve essere inteso come dotazione individuale al singolo alunno disabile, ma viene assegnato alla classe come elemento di coordinamento e supporto di interventi e di azioni collegialmente progettati per tutti i bambini; non a caso, per norma, tale docente opera in condizione di contitolarità con i colleghi anche nel momento della valutazione di tutti i bambini;

  • la focalizzazione dell’intervento didattico sul docente di sostegno, spesso enfatizzata anche dalla famiglia e certamente da qualche sentenza di tribunale, determina il rischio di una delega esclusiva a questo docente e la conseguente possibilità di deresponsabilizzazione del resto del consiglio di classe: dopo di che aumenta il pericolo che l’integrazione sia proposta fuori dalla classe in qualche aula “speciale”;

  • la progettazione delle caratteristiche dell’intervento didattico (obiettivi, tempi, modalità, strategie, livelli di intensità dell’azione, ecc. ) sul bambino che è inserito in quel contesto di scuola e in quella (specifica) classe non può essere delegata (né la Legge 104/92 lo prevede) a soggetti esterni alla scuola: è di pertinenza del team docente, che valuta opportunamente bisogni e potenzialità del bambino sulla base della diagnosi funzionale espressa dal neuropsichiatra e dalle osservazioni che gli stessi docenti compiono; è il team che rappresenta le esigenze di integrazione al GLH di Istituto e poi condivide un progetto educativo individualizzato con la famiglia e tutti gli altri soggetti che all’integrazione devono concorrere, ognuno per quanto di pertinenza.»

Milano, 7 aprile 2011 - Il direttore generale - Giuseppe Colosio

martedì 15 marzo 2011

Olio extravergine contro i tumori: settimana della prevenzione


Fino al 21 marzo, si svolge nelle maggiori piazze italiane la Settimana della Prevenzione Oncologica, uno dei principali appuntamenti della LILT - Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Istituito con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, l’evento ha lo scopo di sensibilizzare e rendere tutti consapevoli che la Prevenzione è la miglior alleata della buona salute nonché lo strumento più efficace per combattere i tumori. Sono oltre 2 milioni e mezzo gli ammalati di cancro in Italia, ma se guardiamo il positivo della fotografia, vediamo che la mortalità per cancro diminuisce lentamente ma costantemente. Non solo grazie ai nuovi farmaci e ai trattamenti d’avanguardia, ma anche e soprattutto alla prevenzione e alla diagnosi precoce che restano oggi gli strumenti più efficaci per combattere i tumori. In questo contesto la LILT è da sempre impegnata a diffondere la corretta informazione, a promuovere l’educazione sanitaria. Vi sono semplici regole da seguire, semplici azioni che ogni persona può compiere per ridurre il rischio di sviluppo della malattia. A cominciare da una dieta salutare, com’è la Dieta Mediterranea, non per nulla di recente proclamata dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. Simbolo dell’evento è, come sempre, l’olio extra vergine di oliva. Migliaia di volontari distribuiranno, in tutte le città italiane, una bottiglia d’olio extra vergine d’oliva, che per le sue qualità rappresenta un prezioso alleato per la salute. I volontari LILT saranno presenti nelle piazze del nostro Paese, pronti ad offrire un utile opuscolo ricco di informazioni, indicazioni, consigli e ricette, mentre i 395 punti Prevenzione/ambulatori LILT resteranno aperti a tutta la popolazione con medici e operatori sanitari che saranno a disposizione per elargire quei servizi che fanno della LILT un di insostituibile punto di riferimento nella lotta contro i tumori.Dossier


lunedì 7 marzo 2011

Disabili Milano e Lombardia, Piano di Azione Regionale sulla disabilità

INTRODUZIONE – La finalita` del documento
Il Piano d’Azione Regionale muove dalla convinzione che
ogni persona nel suo percorso di vita, in un contesto

ambientale sfavorevole, puo` diventare una persona
con disabilita'.
E` quanto previsto anche dall’art. 1 della convenzione
ONU del 2007: «per persone con disabilita` si intendono
coloro che presentano durature menomazioni fisiche,
mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con
barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena
ed effettiva partecipazione nella societa` su base di
uguaglianza con gli altri» (Convenzione delle Nazioni Unite sui
diritti delle persone con disabilita` ).

La disabilita` non e` quindi intesa come un fattore
straordinario, ma come un dato relativamente diffuso,
che chiama in causa la societa` nel suo complesso.
L’obiettivo di Regione Lombardia e` garantire piena

dignita` di esistenza a tutti i suoi cittadini.
Il bisogno, proprio di ogni individuo, di affermare
ed esprimere compiutamente la propria liberta`
necessita di un ambiente favorevole, alla cui

realizzazione collaborano molteplici fattori:
l’educazione, il lavoro, il mondo dell’impresa,
il terzo settore, gli enti e le istituzioni locali,
il settore dei trasporti come quello del tempo libero.
In tal senso, molte azioni a favore delle persone
con disabilita` sono state intraprese in Regione
Lombardia nel corso del tempo e diverse sono le
esperienze sul territorio che hanno evidenziato

elevate capacita` di accoglienza e risposta.
Tuttavia sono ancora troppe – in Europa, in Italia
e anche in Lombardia – le barriere che ostacolano
il percorso di vita di una persona con disabilita`,

a partire dalla nascita fino all’eta` adulta ed anziana.
Per creare un ambiente capace di sostenere

concretamente la volonta` delle persone con disabilita`
di perseguire la propria piena realizzazione personale
e sociale, e` necessario creare un sistema articolato
di conoscenza dell’esistente (sia in termini di bisogno
sia rispetto ai tentativi di risposta in essere), che integri
i diversi livelli dell’azione politica garantendo una

risposta efficace ed univoca.
Questo e` possibile solo attraverso la realizzazione
di un piano congiunto che superi i problemi di

coordinamento e integrazione tra i diversi livelli
territoriali e all’interno di Regione Lombardia.
Il Piano d’Azione Regionale per le politiche in favore

delle persone con disabilita` vuole essere uno
strumento operativo, integrato e sinergico, che
definisca obiettivi e strumenti per una politica regionale
unitaria.
E`stato percio` concepito in maniera intersettoriale
e interassessorile, cosı` da razionalizzare e ottimizzare
le iniziative esistenti, favorire le esperienze virtuose gia`

presenti sul territorio, contribuire a innovare e
migliorare le politiche per la disabilita` .
Il focus non e` limitato ai soli aspetti di carattere

assistenziale, ma si estende anche a quelli
bio-psico-sociali, indispensabili per rimettere la
persona al centro e renderla protagonista del sistema
in tutte le fasi della vita.

La struttura del Piano d’Azione segue pertanto
questa direzione, affrontando le diverse aree del
bisogno e le domande della persona.

Dopo una descrizione del quadro istituzionale di
riferimento e degli obiettivi e strategie generali,
si affrontano i temi, tra loro legati, della continuita`
della risposta nei diversi settori (Salute e Assistenza,
Educazione, Lavoro e Impresa e l’innovativo ruolo dell’accompagnamento e del Case manager) e
dell’accessibilita` e fruibilita` del territorio
e dei servizi, secondo una concezione ampia che

comprende anche gli aspetti legati alla comunicazione
e alla realizzazione dell’Expo 2015.
Vengono infine descritti gli elementi trasversali
di governance del sistema e della rete dei servizi e

l’analisi di sostenibilita` economica e finanziaria
del Piano d’Azione.
Dossier "Disabili Milano e Lombardia, Piano di Azione Regionale sulla disabilità"

sabato 26 febbraio 2011

Permessi assistenza persone disabili

Ecco la Circolare 6 dicembre 2010, n.13
Modifiche alla disciplina in materia di permessi per l'assistenzaalle persone con disabilita' - Banca dati informatica presso ilDipartimento della funzione pubblica - legge 4 novembre 2010, n. 183,art. 24. (11A01923)
Alle Amministrazioni pubbliche di cui all'art. 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165/20011.
Premessa.
Sulla Gazzetta ufficiale del 9 novembre 2010, n. 262, e' statapubblicata la legge 4 novembre 2010, n. 183, recante "Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti,di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, diservizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, diapprendistato, di occupazione femminile, nonche' misure contro illavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e dicontroversie di lavoro.".
La legge entra in vigore il 24 novembre2010.
L'art. 24 della nuova legge riguarda le "Modifiche alla disciplinain materia di permessi per l'assistenza a portatori di handicap insituazione di gravita'".
La disposizione innova parzialmente ilregime dei permessi per l'assistenza ai soggetti disabili contenutonella legge 5 febbraio 1992, n. 104, e nel decreto legislativo 26marzo 2001, n. 151.
La norma inoltre prevede l'istituzione e lagestione di una banca dati informatica per la raccolta e la gestionedei dati relativi alla fruizione dei permessi a fini di monitoraggioe controllo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri -Dipartimento della funzione pubblica. Rimane invariato il regime deipermessi, del trasferimento e della tutela della sede per ilavoratori con disabilita' che fruiscono delle agevolazioni per leesigenze della propria persona.La presente circolare e' stata elaborata a seguito di un lavoroistruttorio di confronto con il Ministero del lavoro e dellepolitiche sociali e le altre amministrazioni istituzionalmenteinteressate dalla materia, con l'obiettivo di fornire indicazioni dicarattere generale omogenee per il settore del lavoro pubblico eprivato.
La finalita' della presente circolare e' quella di rendere degli orientamenti per l'interpretazione
e l'applicazione della nuovanormativa, ferme restando le autonome determinazioni di ciascunaamministrazione nell'esercizio del proprio potere organizzativo egestionale. Rimane fermo quanto gia' illustrato dal Dipartimentodella funzione pubblica nella Circolare n. 8 del 2008, par. 2.2 e2.3, a proposito dell'utilizzo frazionato dei permessi.
leggi tutto

martedì 22 febbraio 2011

In Italia, per la prima volta, piano organico per contrastare la violenza sulle donne


Il Piano antiviolenza messo a punto dal ministro delle Pari opportunità
è il primo adottato nel nostro Paese. Approvato nella seduta del
13 ottobre 2010 si inserisce nell'ambito dell'azione del Governo per tutelare
i diritti fondamentali della persona e l'uguaglianza fra le persone. Il
Piano intende attuare azioni concrete, al fine, fra l’altro, di assicurare
un livello di informazione diffuso ed efficace; garantire una rete tra
i Centri antiviolenza e le altre strutture pubbliche e private ed i territori;
assicurare lo sviluppo di tutte le professionalità che entrano in
contatto con le tematiche della violenza di genere; potenziare le forme
di assistenza alle donne vittime di violenza ed ai loro figli; accrescere
la protezione delle vittime attraverso la collaborazione con le Forze
dell'Ordine. Obiettivo del piano: prevenire il fenomeno della violenza
contro le donne attraverso l’informazione e la sensibilizzazione dell'opinione
pubblica; potenziare i Centri antiviolenza ed i servizi di assistenza,
sostegno, protezione e reinserimento delle vittime. Per attuare un’
informazione capillare sul reato di stalking, un ruolo centrale sarà
svolto dal numero di pubblica utilità 1522 che è stato adeguato
per garantire servizi di orientamento e informazione anche alle vittime
di stalking. Le azioni delle Regioni e delle Autonomie Locali, nell'ambito
delle rispettive competenze, sono finalizzate a definire la programmazione
degli interventi a livello locale; sostenere il ruolo di coordinamento
degli organismi deputati sul territorio al contrasto e alla prevenzione
della violenza; promuovere la formazione degli operatori impegnati nel
contrasto, assistenza, cura, protezione e reinserimento delle vittime di
violenza (pronto Soccorso, servizi socio-sanitari, centri antiviolenza
ecc.).
Leggi Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking

lunedì 24 gennaio 2011

Dote Scuola 2011-12, tutelate le fasce deboli

E' confermato che non ci sarà alcun ridimensionamento della Dote scuola per l'anno scolastico 2010-2011 in corso.
E la Giunta della Regione Lombardia, su proposta dell'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro Gianni Rossoni, ha approvato i criteri e le modalità di assegnazione delle varie componenti di Dote Scuola per il prossimo anno scolastico 2011-2012: alcune voci subiscono un certo ridimensionamento a causa dei tagli imposti dalla manovra finanziaria nazionale.
Ciò comporterà la richiesta di un sacrificio alle famiglie con disponibilità economiche relativamente maggiori, mentre vengono prioritariamente tutelate le famiglie con un reddito più basso. Nello specifico, la riduzione degli importi della Dote riguarderà sia la componente libertà di scelta (buono scuola) sia la componente sostegno al reddito. Non verranno toccate invece le risorse che riguardano gli studenti disabili, quelli meritevoli e i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale.
Più in generale "come già anticipato nelle scorse settimane - spiega il presidente Roberto Formigoni - non ci sarà alcun ridimensionamento dei fondi a disposizione per le varie tipologie di Dote scuola per l'anno scolastico in corso. La Dote viene garantita all'inizio dell'anno scolastico; per questa ragione i nuovi criteri riguardano il prossimo anno scolastico 2011-2012".
"La manovra del Governo - prosegue Formigoni - ci obbliga a operare dei tagli anche in questo settore ma in ogni caso confermiamo l'impianto fondamentale di questo importantissimo strumento di sostegno alle famiglie, con cui garantiamo contributi a 330.000 ragazzi, pari al 30 per cento della popolazione scolastica".
"Prima della riforma che ha introdotto il sistema Dote - sottolinea Rossoni - i contributi che adesso riguardano 220.000 studenti erano erogati a soli 30.000 ragazzi. Questo è un dato molto significativo, perché testimonia la validità dello strumento che abbiamo realizzato, in grado di rispondere in maniera efficace ai bisogni. In particolare, nonostante sia necessario operare dei tagli, abbiamo deciso di non toccare i fondi per i disabili, per la componente merito e per i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale, una strada che permette a 45.000 studenti di imparare un mestiere".
BUONO SCUOLA - Per quanto riguarda il buono scuola (che nell'anno scolastico 2010-2011 è stato assegnato a 67.000 studenti) viene abbassato da 46.597 euro a 30.000 l'indice reddituale massimo che permette di ottenere il contributo. In altri termini, con le nuove regole, alle famiglie che hanno un indice di reddito superiore a 30.000 euro non verrà riconosciuto più il buono scuola. In più, se prima il contributo massimo (pari al 25 o al 50 per cento della retta) era di 1.050 euro, ora diventa un buono di valore fisso che va da 450 a 900 euro a seconda della scuola e del reddito.
SOSTEGNO AL REDDITO - Per quanto concerne invece la componente sostegno al reddito (che ha interessato 220.000 studenti nell'anno 2010-2011), i contributi per l'anno 2011-2012 saranno da un minimo di 60 a un massimo di 190 euro a seconda della scuola e del reddito (ISEE inferiore a 15.458 euro in ogni caso). Nell'anno 2010-2011 sono stati invece compresi tra 120 e 320 euro a seconda della scuola (sempre però con ISEE inferiore a 15.458 euro).
DISABILI - Agli studenti disabili continuerà a essere erogato un contributo annuale di 3.000 euro a prescindere dal reddito. Restano inalterate anche le Doti per il merito (da 300 a 1.000 euro a seconda della scuola e dei risultati) così come quelle per il percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (2.500 e 4.500 a seconda della scuola, che diventano 5.500 e 7.500 per gli studenti disabili).
Giunta al suo quarto anno di applicazione, la Dote scuola ha radicalmente innovato e ampliato il sostegno al diritto allo studio e alla libertà di scelta educativa. E' stata percepita per l'anno scolastico 2010-2011 da 330.000 studenti delle scuole di ogni ordine e grado, pari al 30 per cento della popolazione scolastica da 6 a 18 anni. La grande novità della Dote è che mette la persona, quindi la domanda, al centro degli interventi finanziari, anziché l'ente e l'offerta. E' appunto una risorsa assegnata alla persona, che può "spenderla" dove liberamente decide, e non assegnata all'ente. Si tratta di un investimento sul capitale umano e sui giovani come leva di crescita dell'intera comunità.
Le procedure più snelle e via internet, l'unificazione delle modalità e dei tempi, una comunicazione più incisiva e unificata hanno consentito a molti più studenti e famiglie di accedere ai contributi che neppure conoscevano, oppure ritenevano eccessivamente complicati. Ad esempio i beneficiari delle vecchie borse di studio erano circa 30.000, mentre con la Dote (componente sostegno al reddito) si è arrivati a oltre 220.000 beneficiari.
IL DETTAGLIO DEI REQUISITI E DEGLI IMPORTI PER IL 2011-12
DOTE SOSTEGNO AL REDDITO
- Ne beneficiano gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori statali o dell'Istruzione e Formazione professionale regionale, le cui famiglie presentino un ISEE inferiore a 15.458 euro. Questa Dote sostituisce i contributi per i libri di testo, gli assegni di studio e le borse di studio già previsti per questa tipologia di beneficiari, consentendo alle famiglie di presentare un'unica domanda, presso un solo ente (la Regione). Il contributo varia a seconda dell'ISEE e dell'ordine e grado di scuola frequentata.
I numeri riguardano rispettivamente: ISEE, Scuola Primaria, Scuola Secondaria di primo grado, Scuola Secondaria di secondo grado, Percorsi di IFP 0-5000 € 110 € 190 € 290 € 190 5001-8000 € 90 € 150 € 230 € 150 8001-12000 € 70 € 120 € 180 € 12012001-15458 € 60 € 90 € 140 € 90
BUONO SCUOLA - Il contributo sostiene la libertà della famiglia di scegliere una scuola non statale per i propri figli. Viene assegnato un buono di valore fisso in base all'indicatore reddituale e all'ordine e grado di scuola frequentata.
I numeri riguardano rispettivamente: Indicatore reddituale, Scuola Primaria, Scuola Secondaria di primo grado, Scuola Secondaria di secondo grado 0-8500 € 700 € 800 € 900 8501-12000 € 600 € 700 € 800 12001-20000 € 500 € 600 € 700 20001-30000 € 450 € 550 € 650
Non verrà riconosciuta alcuna Dote alle famiglie con un indicatore reddituale superiore a 30.000 euro. Alle famiglie più bisognose, con Isee inferiore a 15.458 euro, è riconosciuta un'integrazione di 400 euro per gli studenti della scuola primaria, 600 euro per quelli della scuola secondaria di primo grado, 800 euro per gli studenti della secondaria superiore.
DOTE DISABILI - Alle famiglie che hanno figli con disabilità certificata iscritti alle scuole paritarie o percorso IFP regionale, sarà assegnato, indipendentemente dal reddito, un contributo di 3.000 euro per l'insegnante di sostegno.
LA DOTE MERITO - E' assegnata agli studenti capaci e meritevoli le cui famiglie presentino un reddito Isee (Indicatore Socio Economico Equivalente) pari o inferiore a 20.000 euro. La possono richiedere i ragazzi delle scuole statali e paritarie, dall'esame di terza media alla fine della scuola superiore, e ha un valore di: - 300 euro per chi supera l'esame di terza media con un voto uguale o superiore a 9; - 1.000 euro per chi supera l'esame di terza media ottenendo 10; - 300 euro per gli studenti dal primo al quarto anno delle scuole superiori che presentino una media finale compresa fra 8 e 9; - 500 euro per gli studenti dal primo al quarto anno delle scuole superiori con abbiano ottenuto una media finale superiore a 9; - 1.000 euro per gli studenti che hanno concluso l'ultimo anno delle superiori con la valutazione di 100 e lode (a prescindere dal reddito).
DOTE ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE - E' riservata agli studenti che frequentano percorsi triennali o il quarto anno di un percorso di Istruzione e Formazione professionale. Il contributo è di 4.500 euro in caso di iscrizione a una Istituzione formativa accreditata, di 2.500 euro in caso di iscrizione a una Istituzione formativa accreditata trasferita alle Province e di 4.800 euro per il corso annuale sperimentale per l'accesso all'esame di Stato.
Ai giovani con disabilità certificata fino a 21 anni viene riservata invece una dote di 7.500 euro in caso di iscrizione a una Istituzione formativa accreditata, di 5.500 euro in caso di iscrizione a una Istituzione formativa accreditata trasferita alle Province.
(Lombardia Notizie-LN 19 gennaio))

mercoledì 19 gennaio 2011

Istat:L’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole

L'Istat ha diffuso in data odierna i primi risultati dell'Indagine sugli alunni con disabilià nelle scuole primarie e secondarie di I grado, statali e non statali.
L'indagine si pone l'obiettivo di rilevare le risorse, le attività e gli strumenti di cui si sono dotati i singoli plessi scolastici per favorire l'inserimento scolastico degli alunni con disabilità negli anni scolastici 2008/2009 e 2009/2010 rispettivamente.
L'indagine si è svolta tra il 20 aprile e il 22 maggio del 2009 e tra il 26 aprile e il 30 maggio del 2010.
Il tasso di risposta per l'indagine relativa all'anno scolastico 2008/2009 è stato del 77%, con 20.426 scuole che hanno compilato il questionario. Il tasso di risposta per l'indagine dell'anno successivo è stato dell'89%, con 23.451 scuole che hanno partecipato all'indagine.
Nella scuola dell'obbligo, negli ultimi 20 anni, si è assistito a una crescita progressiva dellapresenza di alunni con disabilità. Nell'anno scolastico 2009/2010 sono poco più di 130 mila; di questi, circa 73 mila sono studenti della scuola primaria e circa 59 mila della scuola secondaria di I grado.
Leggi L’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di I grado, statali e non statali
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