martedì 22 giugno 2010

Piano Anticaldo 2010 del Comune di Milano.Nessuno rimarrà solo, ma è proprio vero???

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Da superando it:Ecco come prestare l'assistenza domiciliare alle persone con grave disabilità
Quante ore di assistenza domiciliare sarebbero necessarie ad esempio in un caso di grave cerebrolesione o di gravi patologie neurologiche che comporti un'effettiva necessità per ventiquattr'ore su ventiquattro? Chiaramente ventiquattro, adottando una formula quasi tautologica. Ma mediando tra necessità e possibilità reali, vediamo quali dovrebbero essere le più ragionevoli caratteristiche per avere un valido servizio di assistenza domiciliare a una persona con disabilità grave o gravissima, esaminando in particolare il quadro di complessità assistenziale della persona stessa
«La forma di relazione d'aiuto più avanzata e più gradita sia dalla persona interessata che dalla sua famiglia»: così nel nostro sito Giorgio Genta, della Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi), aveva definito l'assistenza domiciliare, nell'ambito di una relazione presentata a un convegno in Liguria sul tema (il testo integrale, intitolato L'assistenza domiciliare alla persona con disabilità grave, è disponibile cliccando qui).Cinque erano state «in base all'esperienza delle nostre famiglie», le caratteristiche peculiari individuate da Genta, per «un valido servizio di assistenza domiciliare» e vale a dire che «1. Dovrebbe essere svolto da personale idoneo, debitamente qualificato, ben motivato e di numero sufficiente ad assicurare una corretta turnazione. 2. Dovrebbe operare in empatia con la famiglia e naturalmente con la persona con disabilità grave assistita. 3. Dovrebbe operare con puntualità, senza soluzioni di continuità e chi coordina il servizio dovrebbe essere facilmente reperibile dall’utenza e saper fronteggiare situazioni impreviste (malattie e assenze straordinarie del personale ecc.). 4. Andrebbe prestato per un numero di ore congruo alla gravità e alla complessità assistenziale della persona assistita. 5. L'ente che sostiene il costo del servizio dovrebbe essere in grado di monitorare costantemente il gradimento di esso presso l’utenza, in modo tale da correggerne tempestivamente eventuali distorsioni e manchevolezze e assicurare il buon utilizzo dei mezzi finanziari impiegati. Invece, la mancanza pressoché generalizzata di tale controllo non è estranea, a nostro parere, alla forbice talora esistente tra il relativamente elevato costo della prestazione e la qualità non adeguata della medesima».Il quarto punto indicato («modalità congrue in relazione alla complessità assistenziale della disabilità»), merita senz'altro, a nostro avviso, un ulteriore approfondimento, del quale qui di seguito si occupa lo stesso Genta.
Un valido servizio di assistenza domiciliare per la persona con disabilità grave - si diceva - dovrebbe essere prestato con modalità congrue in relazione alla complessità assistenziale della disabilità. Ciò va considerato sotto una serie di diversi aspetti.Il profilo medicoLa persona assistita dovrebbe fruire dell’assistenza domiciliare integrata a carico del Servizio Sanitario Nazionale: il medico di scelta dovrebbe recarsi domiciliarmente a visitare il paziente con cadenza settimanale anche in assenza di fatti morbosi contingenti. Tale frequenza di controllo è fondamentale per mantenere nel miglior stato di salute possibile persone con impossibilità o grave difficoltà di comunicazione che quindi non sono in grado di manifestare o manifestano con difficoltà le proprie sensazioniIl profilo infermieristicoL’assistenza domiciliare dovrebbe assicurare con la cadenza necessaria tutte le prestazioni di carattere infermieristico: terapie iniettive, cateterismi, prevenzione e trattamento di decubiti ecc.Il profilo fisioterapicoAssai importante nelle persone immobili, allettate o comunque con ridotta mobilità, il trattamente fisioterapico dovrebbe mirare a mantenere la miglior mobilizzazione delle articolazioni, a prevenire nel possibile ritrazioni tendinee e dolori muscolari. Parimenti importante è la fisioterapia respiratoria, attuabile con maschere tipo PEP o con apparecchiature per la tosse assistita.Il profilo assistenzialeEsso va qui considerato nel senso lato del termine: il personale dovrebbe possedere la qualifica professionale e l’esperienza necessaria a trattare casi complessi. Il personale impiegato con un singolo paziente, poi (ma non esclusivamente con lui!), dovrebbe essere di quattro-cinque persone, in modo da assicurare turnazione e copertura di assenze impreviste, ma evitando un numero eccessivo di addetti e di continui cambiamenti.Ma quante ore di assistenza domiciliare sono necessarie, ad esempio in un caso di grave cerebrolesione o di gravi patologie neurologiche che comportino un'effettiva necessità assistenziale ventiquattr'ore su ventiquattro?Effettivamente ne sarebbero necessarie ventiquattro al giorno, ma mediando tra necessità e possibilità reali, diciamo che potrebbero essere ragionevoli le seguenti prestazioni:- medico di scelta: visita settimanale;- infermiere professionale: un'ora al giorno;- fisioterapista: un'ora tre volte alla settimana;- operatore con qualifica OSA (Operatore Socio-Assistenziale), OSS (Operatore Socio-Sanitario) o simile: otto ore al giorno;- assistente sociale: visita domiciliare una volta al mese, con compiti di "controllo di qualità" sull’assistenza prestata, rilevamento di suggerimenti e reclami dell’utenza, nonché di ausilio al disbrigo di pratiche di carattere burocratico in relazione alla disabilità.Con tali prestazioni, dunque, si assicurerebbe alla famiglia circa un terzo dell'assistenza complessiva necessaria alla persona con disabilità gravissima, considerando anche che l'apporto dei familiari permarebbe indispensabile anche in parte delle ore coperte da assistenza domiciliare e in particolare per tutte quelle operazioni che richiedono l’intervento di più persone.*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).
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