martedì 14 dicembre 2010

Permessi per l'assistenza a familiari disabili, modificata la L.104/92

«Modifiche alla disciplina in materia di permessi per l'assistenza alle persone con disabilità - banca dati informatica presso il Dipartimento della funzione pubblica - legge 4 novembre 2010, n. 183, art. 24(Dipartimento della Funzione Pubblica n.13 del 6 dicembre 2010)»
«Legge n. 183 del 4 novembre 2010, art. 24. Modifiche alla disciplina in materia di permessi per l’assistenza a portatori di handicap in situazione di gravità.( INPS Circ. n. 155 del 3 dicembre 2010)»


Varie modifiche alla disciplina dei permessi per l'assistenza alle persone con gravi disabilità sono introdotte nell'ordinamento dalla L. 183/2010 entrata in vigore il 24 novembre 2010. È stata parzialmente innovata la disciplina dettata dalla Legge n. 104/92, e dal decreto legislativo n.151/01. Tra le principali novità: restrizione dei soggetti legittimati a fruire dei permessi; eliminazione del requisito della convivenza; decadenza nel caso di insussistenza dei requisiti; istituzione della banca dati presso il Dipartimento della funzione pubblica. Due circolari, del Dipartimento della Funzione Pubblica (n. 13 del 6 dicembre 2010), e dell'INPS (n. 155, del 3 dicembre 2010) chiariscono le nuove norme. Con la nuova norma la legittimazione alla fruizione dei permessi per assistere una persona in situazione di handicap grave spetta al coniuge e ai parenti e affini entro il secondo grado. La nuova disposizione menziona espressamente il coniuge tra i lavoratori titolari della prerogativa; si passa inoltre dal terzo al secondo grado di parentela. È prevista un'eccezione per i casi in cui i genitori o il coniuge della persona da assistere abbiano compiuto i 65 anni di età o siano anch'essi affetti da “patologie invalidanti” oppure siano deceduti o “mancanti”: in tali casi la legittimazione alla titolarità di permessi è estesa anche ai parenti e affini entro il terzo grado. L'espressione “mancanti” deve essere intesa non solo come situazione di assenza naturale e giuridica (celibato o stato di figlio naturale non riconosciuto), ma comprende anche ogni altra condizione ad essa giuridicamente assimilabile, continuativa e debitamente certificata dall'autorità giudiziaria o da altra pubblica autorità, quale: divorzio, separazione legale o abbandono. Il concetto di “patologia invalidante” consente l'estensione dal secondo al terzo grado di parentela o affinità. Possono considerarsi invalidanti: le patologie acute o croniche che determinano temporanea o permanente riduzione o perdita dell'autonomia personale; le patologie acute o croniche che richiedono assistenza continuativa o frequenti monitoraggi clinici; le patologie acute o croniche che richiedono la partecipazione attiva del familiare nel trattamento sanitario.
Leggi Permessi per l'assistenza a familiari disabili, modificata la L.104/92

martedì 30 novembre 2010

UN PETALO DI ROSA CONTRO LE MUTILAZIONI DEI GENITALI FEMMINILI



In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne Mara Carfagna ed Emma Bonino hanno presentato,a Palazzo Chigi, la campagna "END FGM", promossa in Italia da Aidos e Amnesty, sottolineando così l'impegno italiano per promuovere l'abbandono delle mutilazioni dei genitali femminili in Italia, in Europae nel mondo. Una rosa cucita, metafora del clitoride mutilato è il simbolo della campagna che punta a raccogliere 8 mila firme al giorno,tante quante sono le bambine che in media rischiano di subire mutilazionidei genitali femminili nel mondo. Fino al 10 dicembre, giornata internazionale per i diritti umani, è possibile sottoscrivere on line la petizione per dire stop alle mutilazioni genitali femminili. Tale pratica tradizionale,diffusa in 28 paesi dell’Africa Sub-Sahariana e in alcuni paesi asiatici e del Medio Oriente, riguarda anche all’incirca 500 mila donne e ragazze oggi residenti in Europa. Si stima che siano 180 mila le bambine residenti in Europa che rischiano di subire la pratica. La richiesta di un impegno organico e coerente delle Istituzioni Europee, finalizzato all’adozione di una direttiva europea sulle mutilazioni dei genitali femminili, si articolain 5 aree prioritarie:

  • raccolta dati a livello europeo per mappare l’incidenza del fenomeno e misurare i progressi verso l’abbandono della pratica;

  • inserimento della prevenzione delle MGF nelle politiche europee di prevenzione della violenza sulle donne;

  • adeguata assistenza sanitaria e psico-sociale per le donne che hanno subito MGF, con un orientamento alla prevenzione per le bambine di origine africana residenti in Europa;

  • adeguata protezione per le donne che si vogliono sottrarre o vogliono sottrarre le propriefiglie alle MGF;

  • inserimento della prevenzione delle MGF nelle iniziative di cooperazione allo sviluppo dell’Unione Europea in Africa.

Leggi Stop Mgf: firma un petalo di rosa contro le mutilazioni dei genitali femminili

mercoledì 17 novembre 2010

Aggressioni psicologiche alle persone anziane in aumento


L'abuso fisico (2.2%), seguito da aggressione verbale abituale (1.1%) e disattenzione (0.4%).
L'abuso nei confronti delle persone anziane è estremamente diffuso, anche se solitamente non viene denunciato, ed ha pesanti costi finanziari ed umani. È difficile ottenere informazioni accurate sulle reali dimensioni, ma i dati provenienti dal National Elder Abuse Incidence Study (NEAIS) denunciano un fenomeno in crescente aumento. L'entità del problema ha indotto l'OMS a prendere dei provvedimenti, fondamentalmente incentrati su tre punti: Consapevolezza, Educazione e Difesa. Un ruolo importante nella prevenzione e nella diagnosi dell'abuso è riservato al medico di famiglia ed al geriatra, che attraverso l'anamnesi, la valutazione clinica, e l'analisi socio-ambientale del paziente può più facilmente di altri individuare eventuali forme di abuso, prevenirle attraverso l'analisi di fattori di rischio, ed una volta accertato il reato, denunciarlo alle Autorità competenti.L'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha pubblicato nel 2002 il primo "Rapporto Mondiale su violenza e salute" dedicando un ampio capitolo alla violenza contro le persone anziane (1), che ha analizzato un largo spettro di violenze esaminandone l'importanza e gli effetti nei differenti contesti culturali, sociali, economici e descrivendo i tipi di misure preventive intraprese.

mercoledì 3 novembre 2010

Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilita'

IUniScuoLa:Ecco il DECRETO 6 luglio 2010, n.167 del MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI- Regolamento recante disciplina dell' os-servatorio nazionale sulla
condizione delle persone con disabilita', ai sensi dell'articolo 3 della legge 3 marzo 2009, n. 18. (10G0186)

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
di concerto con IL MINISTRO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E L'INNOVAZIONE

Vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilita', con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006;
Vista la legge 3 marzo 2009, n. 18, ed in particolare l'articolo 3, comma 3, il quale prevede che il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, con regolamento adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, disciplina la composizione, l'organizzazione e il funzionamento dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilita';
Visto l'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni;
Vista la legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni;
Visto il decreto-legge 16 maggio 2008, n. 85, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 121;
Visto il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n.133;
Vista la legge 13 novembre 2009, n. 172, concernente l'istituzione del Ministero della salute e l'incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato;
Visto il decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78;
Udito il parere del Consiglio di Stato espresso dalla Sezione Consultiva per gli Atti Normativi nell'adunanza di sezione del 26 aprile 2010;
Ritenuto di recepire le osservazioni formulate dal Consiglio di Stato nel suddetto parere e di discostarsene unicamente con riferimento alla non espunzione dell'articolo 7 il quale, in assenza
di esplicita previsione nell'articolo 3, comma 4, della legge 3 marzo 2009, n. 18, individua nella data di entrata in vigore del presente regolamento la decorrenza della durata triennale dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilita';
Vista la comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, effettuata ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della predetta legge n. 400 del 1988, con la nota prot. n. 04/UL/0003570/L del 16 giugno 2010;
A d o t t a
il seguente regolamento recante disciplina dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle
persone con disabilita', ai sensi dell'articolo 3 della legge 3 marzo 2009, n. 18.
Art. 1
Natura e sede dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilita'

1. L'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilita', di seguito denominato «Osservatorio», e' organismo consultivo e di supporto tecnico-scientifico per l'elaborazione delle
politiche nazionali in materia di disabilita', istituito ai sensi dell'articolo 3 della legge 3 marzo 2009, n. 18.
2. L'Osservatorio ha sede in Roma, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Art. 2
Composizione
1.L'Osservatorio e' presieduto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali o dal Sottosegretario di Stato delegato ed e' composto dai seguenti membri effettivi:
a) un rappresentante per ciascuna delle seguenti amministrazioni:
1) Dipartimento per la pubblica amministrazione e l'innovazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
2) Dipartimento per le pari opportunita' della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
3) Dipartimento per le politiche per la famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
4) Ministero degli affari esteri;
5) Ministero dell'economia e delle finanze;
6) Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
7) Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
8) Ministero della salute;
9) Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca;
b) due rappresentanti indicati dalla Conferenza dei presidenti
delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano;
c) un rappresentante indicato dall'Unione province italiane (UPI);
d) un rappresentante indicato dall'Associazione nazionale comuni d'Italia (ANCI);
e) un rappresentante dell'INPS;
f) un rappresentante dell'INPDAP;
g) un rappresentante dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT);
h) un rappresentante per ciascuna delle confederazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e UGL;
i) un rappresentante della Confederazione generale dell'industria italiana;
l) quattordici rappresentanti delle associazioni nazionali maggiormente rappresentative delle persone con disabilita', da individuarsi con successivo decreto del Ministro del lavoro e delle
politiche sociali;
m) due rappresentanti di organizzazioni del terzo settore che operano nel campo della disabilita', da individuarsi con successivo decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali;
n) tre esperti di comprovata esperienza nel campo della disabilita' designati dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
2. I componenti dell'Osservatorio sono nominati con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali su designazione delle amministrazioni e degli altri organismi di cui al comma 1 del
presente articolo. Con la stessa procedura sono nominati i membri del Comitato tecnico-scientifico di cui all'articolo 3.
3. In attuazione dell'articolo 3, comma 3, della citata legge 3 marzo 2009, n. 18, le organizzazioni di cui al comma 1, lettera l) del presente articolo, sono individuate dal Ministro del lavoro e
delle politiche sociali, con il medesimo decreto di cui al comma 2 del presente articolo, tra le organizzazioni maggiormente rappresentative, in relazione alla presenza territoriale ed al numero di associati, nonche' tra quelle organizzazioni che, seppure rappresentative di forme di disabilita' meno diffuse a livello nazionale, possono utilmente contribuire al raggiungimento delle
finalita' dell'Osservatorio, in termini di accrescimento di conoscenze e di esperienze sulle condizioni delle persone con disabilita'.
4. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali individua altresi', con il medesimo decreto di cui al comma 2 del presente articolo, in qualita' di invitati permanenti all'Osservatorio senza diritto di voto, i rappresentanti di altre amministrazioni pubbliche, centrali o locali, enti ed organizzazioni non ricomprese tra quelle indicate al comma 1 del presente articolo, in numero massimo di
dieci.
5. In relazione a specifiche tematiche l'Osservatorio ha facolta' di invitare alle proprie sessioni, senza diritto di voto, rappresentanti di altri soggetti pubblici e privati, il cui apporto sia ritenuto utile all'adempimento dei compiti istituzionali dell'organismo.
6. Per lo svolgimento di specifiche attivita' connesse all'espletamento dei suoi compiti istituzionali, l'Osservatorio puo' istituire al suo interno gruppi di lavoro, con la partecipazione di propri componenti e di membri della segreteria tecnica di cui all'articolo 4.
7. Per specifiche esigenze inerenti ai suoi compiti istituzionali l'Osservatorio puo' formulare al Ministero del lavoro e delle politiche sociali motivata richiesta in ordine all'affidamento di
incarichi di studio e ricerca a soggetti di comprovata esperienza, nei modi e nelle forme previsti dalla vigente normativa in materia.
Al relativo onere si provvede nei limiti delle disponibilita' finanziarie di cui all'articolo 8.
Art. 3
Comitato tecnico-scientifico
1. Nell'ambito dei componenti di cui all'articolo 2 del presente decreto, e' costituito un Comitato tecnico-scientifico con finalita' di analisi ed indirizzo scientifico in relazione alle attivita' ed ai
compiti dell'Osservatorio.
2. Il Comitato e' composto dai seguenti membri:
a) il rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a);
b) il rappresentante del Ministero della salute, di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a);
c) il rappresentante delle Regioni, di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b);
d) un rappresentante delle autonomie locali, individuato fra i rappresentanti di cui all'articolo 2, comma 1, lettere c) e d);
e) due rappresentanti delle associazioni nazionali maggiormente rappresentative delle persone con disabilita', individuati fra i rappresentanti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera l);
f) i tre esperti di cui all'articolo 2, comma 1, lettera n).
3. Il coordinatore del Comitato e' nominato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali fra gli esperti di cui al comma 2, lettera f), del presente articolo.
Art. 4
Funzionamento
1. Per lo svolgimento delle sue funzioni istituzionali, l'Osservatorio si avvale del supporto di una segreteria tecnica costituita nell'ambito delle ordinarie risorse umane e strumentali della
Direzione generale per l'inclusione e i diritti sociali e la responsabilita' sociale delle imprese (CSR) del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
2. Nella prima seduta utile, su proposta del Presidente, l'Osservatorio delibera il proprio regolamento interno con specifico riferimento al quorum per la validita' dei lavori e delle
deliberazioni e alle relative forme di verbalizzazione.
3. Ai componenti dell'Osservatorio spetta esclusivamente il rimborso delle spese di viaggio e di soggiorno. Per i componenti estranei alla pubblica amministrazione, il predetto rimborso e'
equiparato a quello del personale non dirigente del comparto Ministeri.
Art. 5
Programma di azione biennale
1. Ai fini della predisposizione del programma di azione biennale di cui all'articolo 3, comma 5, lettera b), della legge 3 marzo 2009, n. 18, le amministrazioni centrali dello Stato, le regioni e gli enti locali si coordinano con l'Osservatorio affinche' venga adottata ogni misura volta a qualificare l'impegno finanziario per perseguire le priorita' e le azioni previste dal programma stesso.
2. Il programma di azione biennale e' adottato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentita la Conferenza unificata, che si
esprime entro trenta giorni, e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri.
Art. 6
Pari opportunita'
1. I componenti dell'Osservatorio sono nominati nel rispetto del principio di pari opportunita' tra donne e uomini.
Art. 7
Durata e relazione di fine mandato
1. L'Osservatorio dura in carica tre anni a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente regolamento.
2. Tre mesi prima della scadenza del termine di durata, l'Osservatorio presenta una relazione sull'attivita' svolta al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, che la trasmette alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai fini della valutazione congiunta della perdurante utilita' dell'organismo e della eventuale proroga della durata, comunque non superiore a tre anni, da adottarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Gli eventuali, successivi, decreti di proroga sono adottati secondo la medesima procedura.
Art. 8
Copertura finanziaria e spese di funzionamento
1. La spesa complessiva relativa agli oneri di funzionamento dell'Osservatorio e' pari ad euro 500.000 per ciascuno degli anni dal 2009 al 2014, a carico dello stato di previsione della spesa del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Il presente regolamento, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo
e di farlo osservare.
Roma, 6 luglio 2010
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali
Sacconi
Il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione
Brunetta
Visto, il Guardasigilli: Alfano
Registrato alla Corte dei conti il 6 agosto 2010
Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri dei servizi alla persona e dei beni culturali, registro n. 13, foglio n. 312

mercoledì 13 ottobre 2010

L'istruzione è un diritto fondamentale e non si può «distribuire»!



Non siamo noi a rispondere così a quella dirigente scolastica che ha parlato della necessità di «diritti da distribuire» tra alunni con grave disabilità.
A farlo, infatti, sono la Costituzione Italiana, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e la Sentenza n. 80/10 della Corte Costituzionale, per citare solo i casi più importanti di quell’ampia normativa nazionale e internazionale che le dà torto. E nemmeno parlare di un bimbo con grave disabilità come di "alunno H" serve a dare il buon esempio...

Che sia la forma, in questo caso, ad offendere ancor più della sostanza? Il dubbio è lecito, viste soprattutto le risposte arrivate dalla scuola, una scuola che tra l'altro - sul filo del paradosso - non si è posta alcun problema a chiedere a una famiglia con grave disabilità di venire incontro ai suoi problemi (quelli della scuola...). Ma vediamo i fatti.

«Avendo la scuola assegnato a mio figlio solo 23 ore di sostegno delle 30 di copertura totale richiesta dall'équipe multifunzionale dell'ASL - ci scrive Mariano da Trieste - la scuola stessa ha chiesto alla nostra famiglia di "venire incontro" alle problematiche "loro" e di dare una mano...». Il figlio di Mariano, va qui precisato, è affetto da una grave malattia genetica (la sindrome X-fragile), riconosciuta come tale dall'ASL di Trieste, sin dal 2004. Nessun riconoscimento, invece, per le due sorelline, entrambe portatrici sane, pur incontrando anch'esse evidenti difficoltà scolastiche. Marco - questo il nome del bimbo di otto anni - necessita poi, naturalmente, anche di assistenza specialistica.
In ogni caso Mariano, «per "venire incontro" alla scuola», tramite accordi non scritti, concorda che quando il figlio verrà accompagnato alla terapia logopedica, una volta finita questa, tornerà a casa. Ovviamente, concluso il ciclo di logopedia, dovrà poter frequentare regolarmente la scuola.
E arriviamo così al 1° ottobre, dopo che il 27 settembre Mariano aveva segnalato alla scuola l'assenza, per il venerdì successivo, della logopedista e la necessità di Marco di andare regolarmente a scuola. Quando invece la mamma arriva con il figlio, l'insegnante di classe le nega l'ingresso in aula - non essendoci l'insegnante di sostegno - e la rimanda alla preside, la quale, in una lettera, giustifica il rinvio a casa di Marco, scrivendo testualmente: «In data odierna l'alunno avrebbe dovuto svolgere attività di logopedia presso un ente; in tal caso le "sue" ore vengono utilizzate su altri alunni, ma la sospensione della seduta e la presenza dell'alunno a scuola ha reso impossibile la sua copertura con l'insegnante di sostegno o l'educatore».
Questa l'incommentabile sostanza della risposta («le "sue" ore vengono utilizzate su altri alunni»...), e a precederla c'è "quella forma che offende", di cui parlavamo all'inizio, una forma che però diventa essa stessa sostanza, soprattutto se proviene da una Dirigente Scolastica. La dichiarazione di quest'ultima, infatti, si apre così: «In data odierna [...] non è possibile "la copertura" didattica - educativa a favore dell'alunno H Marco...». "Alunno H"? Viene classificata così una persona con disabilità in quella scuola elementare di Trieste, uno studente che secondo ogni normativa nazionale e internazionale (ultima, ma non certo ultima, la Sentenza della Corte Costituzionale 80/10) dovrebbe essere considerato e avere gli stessi diritti di tutti gli altri?

A questo punto la famiglia non accetta quel che accettabile non è. Presenta una denuncia-querela ai Carabinieri, si rivolge al Tribunale dei Minori e alle Istituzioni Scolastiche Provinciali. Rende nota la vicenda anche agli organi d'informazione, che in questo caso si occupano del fatto nel migliore dei modi, grazie all'articolo ben documentato di Gabriella Ziani, sul quotidiano «Il Piccolo» (lo si legga cliccando qui), corredato da una serie di dati utili sulla situazione a dir poco complicata vissuta dagli alunni con disabilità a Trieste.
Un "polverone necessario" e non certo indolore, per Mariano, costretto ad accendere i riflettori sulla propria famiglia, per farne rispettare i diritti, dopo anni di "lotte" contro la burocrazia e innumerevoli ostacoli. Un polverone che però sembra ottenere il risultato, con l'Ufficio Scolastico Regionale che garantisce dodici ore aggiuntive, anche se la Dirigente dell'Istituto Comprensivo - la stessa che aveva parlato di «Alunno H» - tiene a precisare, come riportato dal «Piccolo» che «non c'è solo quell'unico bimbo. I diritti vanno distribuiti, ne abbiamo 6 con handicap grave su 11». «I diritti vanno distribuiti», dichiara la Dirigente: non possiamo che risponderle riprendendo testualmente un brano della citata Sentenza 80/10 della Corte Costituzionale, quando vi si dichiara che «il diritto del disabile all’istruzione si configura come un diritto fondamentale. La fruizione di tale diritto è assicurata, in particolare, attraverso "misure di integrazione e sostegno idonee a garantire ai portatori di handicaps la frequenza degli istituti d’istruzione" (sentenza n. 215 del 1987)».

Dal canto suo - in riferimento al problema dell'assistenza specialistica - l'assessore alla Promozione e alla Protezione Sociale del Comune di Trieste, Carlo Grilli, dichiara al «Piccolo»: «Tutte le ore necessarie le abbiamo coperte. Per questa situazione cercheremo di fare ancora di più, ma sia ben chiaro: è un problema della scuola, di un sistema che non riesce a coprire le ore corrispondenti al bisogno; è inaccettabile, non possiamo sopperire alla didattica con servizi di assistenza, colmiamo sì le ore, ma con una scatola vuota per il diritto all'istruzione del bambino: i nostri operatori si fanno davvero in otto, ma il problema è a monte».
E fin qui niente di nuovo, né dal punto di vista delle gravissime difficoltà della scuola italiana - non certo solo a Trieste - nel garantire la reale inclusione degli studenti con disabilità, né di quel vago odore di scaricabarile tra gli enti, come testimonia anche un successivo articolo segnalatoci sempre da Mariano, nel quale l'Ufficio Scolastico avrebbe puntato il dito sull'ASL e sul Comune giuliano.
L'importante, al momento, è che la situazione per Marco sia migliorata e in tal senso continueremo a seguirla con attenzione. Difficile invece rimediare alla sofferenza, allo stress e al grave disagio del bimbo e di tutta la sua famiglia, difficile passar sopra a quell'etichetta di "alunno h", vissuto semplicemente "come un problema". Quella forma che offende e che diventa sostanza... (Stefano Borgato)
fonte Superando.it

lunedì 27 settembre 2010

Festa dei nonni 2010-Nonni e nipoti insieme per condividere un momento speciale


IUnisistemacounseling sostiene il programma di attività per la Festa dei Nonni presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano per offrire a nonni e nipoti la possibilità di condividere un momento speciale.

All’interno del programma del Museo sono state scelte le attività pensate per il lavoro in gruppo o la condivisione di un’esperienza, adatte a pubblici di giovani di diverse età, dai 3 anni in su. Nonni e nipoti potranno collaborare e divertirsi insieme per scoprire i segreti della scrittura di Leonardo o le tecniche dell’affresco rinascimentale; partecipare a una gara di Robotica; usare i materiali più comuni come carta e argilla per realizzare dei manufatti; o ancora, scoprire nel laboratorio interattivo dei Materiali come riciclare gli oggetti più comuni.
Sono in programma anche visite guidate alla sezione trasporti aerei.
Infine, due appuntamenti con il Teatro al Museo, per scoprire in modo nuovo e diverso i piccoli aspetti della realtà che ci circonda. Il programma completo delle attività è consultabile sul sito http://www.museoscienza.org/
«Anche quest'anno la festa dei nonni, ideata nel 2004 dalla Regione Lombardia e diventata evento nazionale.Alcune novità previste , la possibilità di visitare gratis Palazzo Isimbardi, sede della Provincia in corso Monforte e una giornata speciale al Museo della Scienza e della Tecnologia di Via San Vittore .

sabato 25 settembre 2010

COMUNE DI MILANO-Zona3 Festeggiamenti per i due anni del centro anziani


Un compleanno davvero importante. E' quello per i due anni del Centro Socio Ricreativo Culturale per Anziani "Boscovich" .
Ricorrenza che sarà festeggiata ufficialmente giovedì 30 settembre a partire dalle 15,30.
L' appuntamento è nei locali del centro , dove interverranno gli amministratori, i soci iscritti, il comitato di gestione. Insieme per festeggiare i due anni del centro per anziani "Boscovich" inaugurato il 25 settembre 2008 con la presenza dell'assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali, Mariolina Moioli e al Presidente Zona 3 Pietro Viola .
Attualmente guidano la struttura RUBANO VITO (Presidente), MIRANDA FRANCESCO(vice Presidente) e i consiglieri DONOFRIO LEONARDO CARMINE, BONGIOVANNI MARIA GIUSEPPINA e AMIGONI AMELIA eletti dall'assemblea dei soci in data 7 giugno 2010.
Un punto di riferimento per gli anziani della zona 3 e non solo.
" Come previsto dallo statuto - fanno sapere i responsabili del centro – l'associazione non ha fini di lucro ed è ispirato a finalità di solidarietà, di utilità, di promozione sociale a favore degli associati. Promuove iniziative iniziative di natura culturale, ricreativa, ludico-sportiva, per dare ai propri Soci momenti di impegno sociale e civile nel contesto della cittadinanza attiva"

venerdì 24 settembre 2010

A Strasburgo per fare il bilancio sulla Vita Indipendente in Europa



[È infatti nella città sede del Parlamento Europeo che si sta
svolgendo l'Assemblea Generale di ENIL Europa (European Network on Independent Living), l'organismo che ha dato vita al movimento continentale per la Vita Indipendente.

L'incontro è anche una preziosa occasione per confrontarsi su come la Vita Indipendente sia stata realizzata nei vari Paesi, alla luce anche della ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità da parte di molti di essi ]

È in corso di svolgimento a Strasburgo l'Assemblea Generale di ENIL Europa (European Network on Independent Living), l'organismo che ha dato vita al Movimento per la Vita Indipendente in Europa.L'incontro - cui partecipano una cinquantina di rappresentanti di numerosi Paesi europei - è anche l’occasione per fare un bilancio delle attività dell’ultimo triennio e illustrare il futuro piano strategico sulle tematiche della Vita Indipendente.La delegazione delle associazioni italiane prevede la presenza di Silvia Cutrera(presidente dell'Agenzia per la Vita Indipendente - AVI di Roma), di Elisabetta Gasparini (ENIL Italia), di Stefania Valesi (Comitato Lombardo per la Vita Indipendente) e di Germano Tosi (Associazione Consequor per la Vita Indipendente).Dal canto suo, l'AVI di Roma ha già dato la propria disponibilità a collaborare nel piano di azione triennale, sia attraverso la presenza in seminari di altri Paesi, sia nell'organizzazione di un seminario internazionale.L'appuntamento in corso a Strasburgo sta anche fornendo ai partecipanti la possibilità di confrontarsi su come la Vita Indipendente sia stata realizzata nel proprio Paese, alla luce della ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità - avvenuta in molti Stati membri - dando voce a proposte e progetti.È previsto anche un workshop incentrato sul sistema Welfare nell’attuale contesto di crisi economica, con l'analisi delle conseguenze che la recessione causa all’erogazione dei finanziamenti per l’assistenza personale.Nel corso dell'ultima giornata del 22 settembre, è programmato infine un incontro al Parlamento Europeo con gli eurodeputati ai quali verrà richiesto l'impegno a sostenere la campagna di ENIL per la deistituzionalizzazione delle persone con disabilità, nonché un sollecito ai rispettivi governi nazionali perché uniformino le proprie legislazioni a quanto previsto dalla Convenzione ONU.Da segnalare infine che tra le decisioni già adottate a Strasburgo - riguardanti lo Statuto di ENIL Europa - si è stabilito di abrogare il riferimento alla Svezia come luogo in cui ha sede e opera l'organizzazione: la collocazione, infatti, sarà sempre più collegata tramite la rete e il web. È stata inoltre confermata la finalità di ENIL di far conoscere la Vita Indipendente in Europa a tutti i livelli, mantenendo un approccio che preveda il rispetto dei diritti umani. E da ultimo, ma non ultimo, si è deciso che d'ora in poi possano diventare membri di ENIL anche persone senza disabilità che sostengano gli stessi obiettivi (senza diritto di voto né attivo né passivo).Il nuovo Direttivo del network sarà composto dallo spagnolo Javier Arroyo Mendez, dagli inglesi Colin Barnes e Sue Bott, dal greco Wassilios Kassioulis, dal belga Peter Lambreghts, dallo svedese Erik Ljungberg, dalla norvegese Vibeke Melstrom, dalla polacca Kapka Panayotova e dalla serba Gordana Rajkov. (S.B.)
Fonte Superando.it

giovedì 16 settembre 2010

Arriva la prima mappa delle strutture per disturbi alimentari



Un database ricco di informazioni dettagliate per il trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare, come l’anoressia e la bulimia, è stata pubblicato sul sito istituzionale disturbialimentari. Qui è possibile rintracciare i dati della struttura cui si è interessati tra cui costi e orari ed effettuare ricerche mirate sulla base di diversi criteri livello di trattamento, tipologia di struttura e di servizio, ASL di appartenenza, posizione geografica.

giovedì 9 settembre 2010

Convegno aperto al pubblico dal titolo:"Alzheimer. E' tempo di agire insieme!!


Riceviamo e volentieri pubblichiamo
In occasione della XVII Giornata Mondiale Alzheimer, 21 Settembre 2010, la Federazione Alzheimer Italia organizza il convegno aperto al pubblico dal titolo:"Alzheimer. E' tempo di agire insieme!!"Proposta per una rete nazionale di orientamento per i malati e i loro familiari
La Federazione Alzheimer Italia propone una rete nazionale di orientamento:i familiari dei malati di Siracusa hanno diritto ad essere informati come quelli di Milano.
Introduce:
Gabriella Salvini Porro Federazione Alzheimer Italia.
Intervengono:
Teresa Di Fiandra Ministero della Salute, Roma.
Amalia C. Bruni Centro Regionale Di Neurogenetica, Lamezia Terme, ASP CZ.
Nicola Vanacore Istituto Superiore di Sanità, Roma.
Alessandro Nobili Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano.
Ne discute:
Marco Trabucchi Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP).
con:
Anna Banchero Coordinamento Tecnico Politiche Sociali Regionali, ARS Liguria.
Antonella Carafelli Servizio Governo dell'integrazione socio-sanitaria e delle politiche per la non autosufficienza, Regione Emilia-Romagna.
Paolo Francesconi Settore epidemiologia dei servizi sanitari e dei percorsi assistenziali, ARS Toscana.
Carlo Lucchina Direzione generale Sanità, Regione Lombardia.
21 settembre ore 09.00-13.30
Sala delle Colonne, Banca Popolare di MilanoVia San Paolo, 12 - Milano
La partecipazione è gratuita. Si prega confermare a Segreteria Organizzativa: tel. 345.90.25.573, e-mail: info_convegno@libero.itPer ulteriori informazioni: http://www.alzheimer.it/

venerdì 13 agosto 2010

IUniScuoLa.Malattie Rare: Disegno di Legge accettabile, ma da migliorare

Questo il giudizio della Consulta Nazionale delle Malattie Rare sul testo unificato che raggruppa vari Disegni di Legge precedenti e che dovrebbe presto essere licenziato dalla Commissione Sanità del Senato, in ambito di incentivi alla ricerca e di accesso alle terapie nel settore delle Malattie Rare. In tal senso la Consulta stessa proporrà e sosterrà con forza alcuni emendamenti, auspicando comunque che si arrivi presto all'indispensabile legge sulle Malattie Rare
Flavio Bertoglio, segretario della Consulta Nazionale delle Malattie RareNel corso della sua più recente riunione, la Consulta Nazionale delle Malattie Rare ha analizzato e discusso il testo unificato - che raggruppa vari Disegni di Legge e che è in procinto di essere licenziato dalla Commissione Sanità del Senato - su Incentivi alla ricerca e accesso alle terapie nel settore delle malattie rare. Applicazione dell'articolo 9 del regolamento (CE) 141 / 2000, del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1999.«In particolar modo - dichiara Flavio Bertoglio, segretario generale della Consulta - sosterremo con tutte le nostre forze la correzione della distorta definizione di Malattia Rara indicata nell'articolo 1 del Disegno di Legge, come già detto in sedi competenti, perché si presta a un'interpretazione disarmonica. Infatti la dicitura corretta dovrebbe essere "sono considerate rare le malattie che colpiscono non più di cinque individui su diecimila nell'Unione Europea" e non "sono considerate rare le malattie a rischio di vita o gravemente invalidanti che colpiscono non più di cinque individui su diecimila nell'Unione Europea". Così facendo, infatti, non verrebbero considerate rare malattie non gravi o invalidanti, con tutti i diritti negati del caso e con le ovvie conseguenze».«Il punto - aggiunge Cristina Colzani, responsabile dell'Ufficio Stampa della Consulta - è che esistono patologie rare che comunque consentono a persone adulte di lavorare e vivere da sole e non per questo esse devono essere discriminate» (il testo unificato integrale è disponibile cliccando qui).Nel complesso, comunque, la Consulta considera accettabile l'impianto normativo del testo unificato, ritenendo quanto mai indispensabile e urgente l'emanazione di una legge attesa ormai da troppo tempo, con la proposta, però, di alcuni emendamenti ritenuti necessari per apportare alcune modifiche significative. «Consci infatti dell'importante ruolo che la Consulta ricopre per la delega di rappresentanza ricevuta da oltre 260 associazioni accreditate presso l'ISS (Istituto Superiore di Sanità) - puntualizza Bertoglio - e per il riconoscimento ufficiale del Direttore Generale del Ministero della Salute, intendiamo portare all'attenzione una serie di proposte emendative e sostenerle con forza, per offrire un contributo in termini collaborativi, finalizzato al miglioramento del testo in esame».Il segretario generale della Consulta conclude ricordando anche l'elenco di quelle 109 Malattie Rare che attendono ancora di essere inserite nell'Allegato A del Decreto Ministeriale 279/01, quello cioè che quasi dieci anni istituì la Rete Nazionale delle Malattie Rare. «Si tratta - sottolinea - di un mancato aggiornamento che continua a mantenere tanti Malati Rari nell'"invisibilità" del Sistema Sanitario Nazionale. Auspichiamo da tempo risposte dalle Istituzioni anche su questo problema». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: press@cndmr.it (Cristina Colzani).
Per saperne di più, Clicca QUi

sabato 7 agosto 2010

IUniScuoLa.La crisi economica internazionale mette a rischio gli aiuti per lo sviluppo delle aree svantaggiate

Le proposte del Cnel per una maggiore solidarietà. Italia 8° donatore
Dopo 15 anni di continuo aumento delle risorse pubbliche destinate all’aiuto allo sviluppo dei paesi più svantaggiati ed alle aree più povere del mondo, la crisi economica e finanziaria internazionale potrebbe mettere a rischio la prosecuzione del trend positivo. L’Italia, che è l’8° paese donatore del mondo, potrebbe essere costretta dalle contingenze economiche e di bilancio a ridurre l’aiuto dallo 0,22% al 0,20% del Pil, cioè da 4,85 a 3,4 miliardi di dollari nel 2010 e ciò rende utile migliorare le modalità e l’efficacia degli aiuti.
A tal fine il Cnel ha approvato il 21 luglio 2010 un Documento di osservazioni e proposte realizzato dal consigliere Fabrizio Onida dal titolo “Aiuti pubblici allo sviluppo: condizioni di efficacia e proposte per migliorarla”.Nel documento, dopo aver rilevato che nonostante la maggiore generosità dei paesi ricchi , il totale degli aiuti è ancora pari allo 0,31% del Pil dei paesi donatori, distante dall’obiettivo dello 0,51% fissato al G8 del 2005 a Gleneagles, il documento passa in rassegna il dibattito e la letteratura recenti in ordine al miglioramento dell’efficacia degli aiuti evidenziando che non sempre il Pil può essere considerato li metro ideale per verificare l’efficacia degli aiuti stessi. A tal fine – è detto nel Documento - sarebbe utile un maggior coordinamento degli aiuti pubblici e privati per evitare dispersioni in mille rivoli degli aiuti stessi e sarebbe utile anche orientare gli aiuti all’offerta di infrastrutture essenziali (acqua, energia, strade, ferrovie, telecomunicazioni, scuole, ospedali) ma con grande attenzione alle singole realtà dei paesi riceventi, per evitare che una generosità cieca produca contro effetti come pure è avvenuto con aiuti del recente passato. Nel documento si rileva come la pratica del condono del debito estero non sempre si rileva positiva mentre , al contrario, l’esperienza indica positivi riscontri per la trasformazione del debito estero in progetti di sviluppo finanziati a livello di autorità locale, meglio se con lo strumento della partnership.
Quanto alle proposte il documento del Cnel ritiene utile:
maggior coordinamento tra aiuti pubblici e privati innestati nella precondizione di un quadro di politica economica chiaro del paese ricevente;
inserimento degli aiuti all’interno di un quadro complessivo di finanza pubblica del paese ricevente senza attribuire deleghe in bianco alle autorità di governo locale nella spesa dei fondi;
coinvolgimento degli attori locali;
proiezione internazionale delle imprese e aiuti al commercio che favoriscano l’organizzazione dell’offerta commerciale affinché possa raggiungere i mercati di sbocco finali;
maggior ruolo dei capitali privati soprattutto sotto forma di investimenti
Il documento sottolinea con forza che qualsiasi succcesso delle politiche di aiuto non può prescindere dalla qualità delle istituzioni dei paesi riceventi dove spesso la corruzione in agguato impedisce agli aiuti di giungere totalmente a destinazione.
Cnel – luglio 2010
Scarica il documento integrale

mercoledì 28 luglio 2010

LINEE GUIDA SULL’UTILIZZO DELLA PILLOLA ABORTIVA


Dimissioni anticipate sconsigliate, accertamento della comprensione linguistica nelle donne straniere, divieto della Ru486 per le minorenni senza il consenso dei genitori: sono alcuni dei punti contenuti nelle linee di indirizzo elaborate dalla commissione del Ministero della Salute sul metodo farmacologico RU 486 e sulle modalità per la raccolta dei dati utili al monitoraggio del suo impiego, presentate il 20 luglio 2010.
Le linee di indirizzo intendono uniformare i livelli di sicurezza nell’impiego del farmaco a livello nazionale, anche attraverso l’adozione di protocolli comuni, prevedendo, inoltre, una esaustiva informazione alla donna sulle tecniche di interruzione volontaria di gravidanza di tipo medico e chirurgico, sui relativi rischi e le possibili complicanze, per definire, conseguentemente, percorsi assistenziali omogenei.
La procedura di interruzione volontaria di gravidanza farmacologica
si articola in diverse fasi, con estrema variabilità circa i tempi
e le modalità con cui viene completata. I criteri di ammissione
della donna al trattamento si basano su: datazione ecografica - età
gestazionale entro 35 giorni; - documento/certificato di richiesta Interruzione
Volontaria di Gravidanza (IVG); - consenso informato, debitamente compilato
e sottoscritto; - disponibilità al ricovero ordinario fino a completamento
della procedura; - disponibilità ad effettuare il controllo a distanza,
entro 14-21 giorni dalla dimissione. Devono quindi essere presi in considerazione
criteri clinici, da affidare alla valutazione del singolo medico (p. es.
problemi psicologici a sottoporsi ad intervento chirurgico, allergie a
farmaci anestetici, difficoltà anatomiche), e criteri non clinici
(in primo luogo la garanzia che la donna abbia chiaramente compreso il
percorso e la possibilità che vi aderisca compiutamente). È
fortemente sconsigliata la dimissione volontaria contro il parere dei medici
prima del completamento di tutta la procedura, perché in tal caso
l’aborto potrebbe avvenire fuori dall’ospedale e comportare rischi
anche seri per la salute della donna.
Leggi RU 486, Linee Guida sulla modalità di utilizzo del farmaco

giovedì 8 luglio 2010

A Loano turismo per tutti, ma non solo


Che infatti il servizio gratuito di balneazione assistita, fornito nella località della Riviera Ligure di Ponente, tramite le carrozzine da mare Tiralo, richiamasse molte persone con disabilità, attratte dall'opportunità di una vacanza accessibile, era cosa nota. Ma che quel servizio offra anche possibili valenze terapeutiche, è la bella notizia di quest'anno. La speranza è che ora i drastici tagli imposti dal Governo agli Enti Locali non penalizzino anche questa "gettonatissima" iniziativa
Che il servizio di balneazione assistita prestato gratuitamente dal Comune di Loano (Savona), tramite le carrozzine da mare Tiralo, in dotazione ai Bagni Lampara e Delfino, avesse indirizzato sulla località della Riviera Ligure di Ponente una quota non trascurabile di turismo "di nicchia", era cosa nota da tempo [se ne legga ad esempio nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.], ma che tale servizio nasconda anche una potenziale valenza terapeutica è la bella notizia di quest’anno.
Così infatti scrive la signora Barbara Canale di Torino, già paziente dell’Unità Spinale Unipolare del capoluogo piemontese in seguito ad un terribile incidente, che ha ripreso fiducia nelle sue possibilità di autonomia proprio grazie alla cortesia del gestore dei bagni comunali signora Graziella.Per un mese intero, infatti, la signora Barbara ha usufruito del Tiralo, arrivando gradualmente a uscire dall'ausilio e a nuotare in autonomia, meta ritenuta prima assai improbabile.Con l’auspicio dunque che i drastici tagli imposti dal Governo agli Enti Locali non penalizzino anche questo "gettonatissimo" servizio, i nostri complimenti vanno al lungimirante Comune ligure e al gestore del Tiralo loanese.
(Giorgio Genta - ABC Liguria - Associazione Bambini Cerebrolesi)

giovedì 24 giugno 2010

Estate, arriva il caldo. Dal ministero della Salute le linee guida per l'estate


Un sistema di allerta nazionale, opuscoli informativi e piani territoriali di sorveglianza dei soggetti a rischio. Avviato il programma nazionale per la prevenzione dei rischi per la salute da ondate di calore in collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile nazionale, Regioni e Comuni
ROMA - Un sistema di allerta nazionale contro le ondate improvvise di caldo, opuscoli informativi sui comportamenti corretti e piani operativi territoriali di individuazione e sorveglianza dei soggetti a rischio. Anche quest'anno il ministero della Salute ha messo in campo una serie di iniziative per tutelare la salute dei cittadini dai rischi derivanti dalle alte temperature, soprattutto per persone anziane, i malati cronici, i neonati ed i bambini piccoli, i disabili, le persone povere e in solitudine. Un programma nazionale per la prevenzione dei rischi per la salute da ondate di calore avviato in accordo con le raccomandazioni internazionali, e in collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile nazionale, Regioni e Comuni.
Per conoscere con anticipo di almeno 48 ore l'arrivo di un'ondata di calore, spiega il ministero, è attivo il Sistema di allerta nazionale (HHWW) della Protezione civile in grado di prevedere il verificarsi di condizioni a rischio per la salute con 48 o 72 ore di anticipo in 27 città. Il sistema di allerta, infatti, fornirà bollettini giornalieri su i livelli di rischio climatico e per la salute indicando quando è necessario attivare a livello locale interventi di prevenzione nei confronti delle persone a rischio. Dal ministero, inoltre, anche una serie di opuscoli informativi sul livello di rischio e sull'adozione di comportamenti corretti per ridurre i rischi delle ondate di calore. Gli opuscoli sono scaricabili da internet (www.salute.gov.it) e sono rivolti sia alla popolazione in generale sia a medici, operatori socio-sanitari, badanti o altre persone che si occupano delle persone anziane. I testi infatti, sono stati tradotti in cinque lingue. Inoltre, sul portale del ministero, è attivo un focus sul caldo con informazioni e consigli utili rivolti alla popolazione e agli operatori.
Il programma nazionale, infine, ha attivato anche piani territoriali di individuazione e sorveglianza attiva delle persone molto anziane e di quelle più a rischio. "Regioni, Comuni e Aziende sanitarie locali - si legge nel testo del progetto - hanno sviluppato propri piani operativi e attività di assistenza in base alle linee guida ministeriali. Fondamentali sono gli interventi preventivi appropriati, rivolti ai gruppi a rischio come gli anziani"fragili", già attivi in molte città". Anche per quest'anno, inoltre, il ministero ha rinnovato l'Ordinanza che permette a Comuni e Asl la costruzione dell'Anagrafe della suscettibilità, elenchi delle persone fragili che consentono l'individuazione ed il monitoraggio attivo delle persone più a rischio.
(24 giugno 2010)
Fonte Superabile

martedì 22 giugno 2010

Piano Anticaldo 2010 del Comune di Milano.Nessuno rimarrà solo, ma è proprio vero???

VIDEO Estate Amica per i 2.662 anziani di Milano: pronto il piano caldo

Da superando it:Ecco come prestare l'assistenza domiciliare alle persone con grave disabilità
Quante ore di assistenza domiciliare sarebbero necessarie ad esempio in un caso di grave cerebrolesione o di gravi patologie neurologiche che comporti un'effettiva necessità per ventiquattr'ore su ventiquattro? Chiaramente ventiquattro, adottando una formula quasi tautologica. Ma mediando tra necessità e possibilità reali, vediamo quali dovrebbero essere le più ragionevoli caratteristiche per avere un valido servizio di assistenza domiciliare a una persona con disabilità grave o gravissima, esaminando in particolare il quadro di complessità assistenziale della persona stessa
«La forma di relazione d'aiuto più avanzata e più gradita sia dalla persona interessata che dalla sua famiglia»: così nel nostro sito Giorgio Genta, della Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi), aveva definito l'assistenza domiciliare, nell'ambito di una relazione presentata a un convegno in Liguria sul tema (il testo integrale, intitolato L'assistenza domiciliare alla persona con disabilità grave, è disponibile cliccando qui).Cinque erano state «in base all'esperienza delle nostre famiglie», le caratteristiche peculiari individuate da Genta, per «un valido servizio di assistenza domiciliare» e vale a dire che «1. Dovrebbe essere svolto da personale idoneo, debitamente qualificato, ben motivato e di numero sufficiente ad assicurare una corretta turnazione. 2. Dovrebbe operare in empatia con la famiglia e naturalmente con la persona con disabilità grave assistita. 3. Dovrebbe operare con puntualità, senza soluzioni di continuità e chi coordina il servizio dovrebbe essere facilmente reperibile dall’utenza e saper fronteggiare situazioni impreviste (malattie e assenze straordinarie del personale ecc.). 4. Andrebbe prestato per un numero di ore congruo alla gravità e alla complessità assistenziale della persona assistita. 5. L'ente che sostiene il costo del servizio dovrebbe essere in grado di monitorare costantemente il gradimento di esso presso l’utenza, in modo tale da correggerne tempestivamente eventuali distorsioni e manchevolezze e assicurare il buon utilizzo dei mezzi finanziari impiegati. Invece, la mancanza pressoché generalizzata di tale controllo non è estranea, a nostro parere, alla forbice talora esistente tra il relativamente elevato costo della prestazione e la qualità non adeguata della medesima».Il quarto punto indicato («modalità congrue in relazione alla complessità assistenziale della disabilità»), merita senz'altro, a nostro avviso, un ulteriore approfondimento, del quale qui di seguito si occupa lo stesso Genta.
Un valido servizio di assistenza domiciliare per la persona con disabilità grave - si diceva - dovrebbe essere prestato con modalità congrue in relazione alla complessità assistenziale della disabilità. Ciò va considerato sotto una serie di diversi aspetti.Il profilo medicoLa persona assistita dovrebbe fruire dell’assistenza domiciliare integrata a carico del Servizio Sanitario Nazionale: il medico di scelta dovrebbe recarsi domiciliarmente a visitare il paziente con cadenza settimanale anche in assenza di fatti morbosi contingenti. Tale frequenza di controllo è fondamentale per mantenere nel miglior stato di salute possibile persone con impossibilità o grave difficoltà di comunicazione che quindi non sono in grado di manifestare o manifestano con difficoltà le proprie sensazioniIl profilo infermieristicoL’assistenza domiciliare dovrebbe assicurare con la cadenza necessaria tutte le prestazioni di carattere infermieristico: terapie iniettive, cateterismi, prevenzione e trattamento di decubiti ecc.Il profilo fisioterapicoAssai importante nelle persone immobili, allettate o comunque con ridotta mobilità, il trattamente fisioterapico dovrebbe mirare a mantenere la miglior mobilizzazione delle articolazioni, a prevenire nel possibile ritrazioni tendinee e dolori muscolari. Parimenti importante è la fisioterapia respiratoria, attuabile con maschere tipo PEP o con apparecchiature per la tosse assistita.Il profilo assistenzialeEsso va qui considerato nel senso lato del termine: il personale dovrebbe possedere la qualifica professionale e l’esperienza necessaria a trattare casi complessi. Il personale impiegato con un singolo paziente, poi (ma non esclusivamente con lui!), dovrebbe essere di quattro-cinque persone, in modo da assicurare turnazione e copertura di assenze impreviste, ma evitando un numero eccessivo di addetti e di continui cambiamenti.Ma quante ore di assistenza domiciliare sono necessarie, ad esempio in un caso di grave cerebrolesione o di gravi patologie neurologiche che comportino un'effettiva necessità assistenziale ventiquattr'ore su ventiquattro?Effettivamente ne sarebbero necessarie ventiquattro al giorno, ma mediando tra necessità e possibilità reali, diciamo che potrebbero essere ragionevoli le seguenti prestazioni:- medico di scelta: visita settimanale;- infermiere professionale: un'ora al giorno;- fisioterapista: un'ora tre volte alla settimana;- operatore con qualifica OSA (Operatore Socio-Assistenziale), OSS (Operatore Socio-Sanitario) o simile: otto ore al giorno;- assistente sociale: visita domiciliare una volta al mese, con compiti di "controllo di qualità" sull’assistenza prestata, rilevamento di suggerimenti e reclami dell’utenza, nonché di ausilio al disbrigo di pratiche di carattere burocratico in relazione alla disabilità.Con tali prestazioni, dunque, si assicurerebbe alla famiglia circa un terzo dell'assistenza complessiva necessaria alla persona con disabilità gravissima, considerando anche che l'apporto dei familiari permarebbe indispensabile anche in parte delle ore coperte da assistenza domiciliare e in particolare per tutte quelle operazioni che richiedono l’intervento di più persone.*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).
Leggi Piano Anticaldo 2010 del Comune di Milano.Nessuno rimarrà solo

martedì 8 giugno 2010

Conoscere per aiutare le famiglie


È stata questa la filosofia del corso di formazione promosso nei mesi scorsi dall'Associazione Alzheimer Verona, iniziativa voluta per trasmettere ai volontari, agli aspiranti volontari e ai familiari le competenze necessarie per l'attivazione di gruppi di lavoro, con metodologie e indicazioni operative per sostenere la cura quotidiana dei malati. E i risultati positivi ottenuti - sia per quantità di partecipanti, sia per qualità della formazione - fanno certamente ben sperare in una futura e coesa rete di supporto, che venga incontro alle numerose difficoltà sostenute da una famiglia con un malato di Alzheimer
Si è concluso il 14 maggio scorso - con le lezioni L’importanza dei vissuti e dell’ascolto per un’efficace relazione di aiuto e Musicoterapia: memoria ed emozioni, curate rispettivamente da Antonia Buonsanti e Lorenza Pollini - il corso di formazione gratuito denominato Alzheimer: conoscere per aiutare le famiglie, realizzato dall’Associazione Alzheimer Verona, con il contributo e la collaborazione del locale CSV (Centro Servizio per il Volontariato) e il partenariato di Associazioni in rete.Obiettivo dell'iniziativa era quello di trasmettere ai volontari, agli aspiranti volontari e ai familiari le competenze necessarie per l'attivazione di gruppi di lavoro, con metodologie e indicazioni operative per sostenere la cura quotidiana del malato.Nel corso dell'incontro conclusivo, il presidente della Sesta Circoscrizione del Comune di Verona, Mauro Spada, ha consegnato gli attestati di frequenza ai circa 36 volontari, 21 familiari e 10 studenti della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università scaligera, congratulandosi per l'alta qualità dell'offerta formativa fornita durante tutto il corso.Molto soddisfatta si è dichiarata Maria Grazia Ferrari Guidorizzi, presidente di Alzheimer Verona, per l’elevato numero di frequentanti, «segno che il problema della riabilitazione delle patologie mentali è molto sentito sul nostro territorio». Ha auspicato inoltre che «le fondamentali attività di diffusione della formazione portate avanti dalla nostra Associazione possano irrobustire il legame tra i cittadini e le Associazioni locali, in modo da costituire una coesa rete di supporto che venga incontro alle numerose difficoltà che una famiglia con malato di Alzheimer deve sostenere».Da ricordare infine che alla luce del positivo risultato ottenuto, i partecipanti alle lezioni orali che volessero approfondire ulteriormente i temi trattati potranno accedere anche a dei tirocini pratici, che verranno organizzati sempre da Alzheimer verona all'interno dei propri Centri Diurni Socio-Riabilitativi. (S.B.)

Fonte Superando.it

lunedì 31 maggio 2010

Ipertensione polmonare, progetto Regione-Pfizer

Individuare un percorso diagnostico-terapeutico per l'ipertensione polmonare arteriosa, una malattia rara caratterizzata da una prognosi infausta. E' questo l'obiettivo del progetto "Percorsi diagnostico-terapeutici nell'ipertensione polmonare. Un approccio multidisciplinare". Si tratta di un programma triennale, che viene realizzato nell'ambito del più ampio "Progetto Virgilio", frutto della collaborazione tra Regione Lombardia e l'azienda farmaceutica Pfizer.
Capofila dell'iniziativa è il San Matteo di Pavia che, attraverso un Gruppo di Approfondimento Tecnico istituito dalla Regione, coinvolgerà tutti gli ospedali e istituti di ricerca nei quali sono attive realtà cliniche nel campo dell'ipertensione arteriosa.

"Si tratta di una progetto importante - ha detto l'assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani, presentando oggi l'iniziativa - perché ha un approccio multidisciplinare e coinvolge in rete tutti gli attori del sistema, dai medici di medicina generale, agli specialisti, agli ospedali, alle strutture territoriali, e li fa lavorare in concerto".
"Un altro elemento positivo del progetto - ha proseguito Bresciani - riguarda il fatto che il trattamento di questa malattia non viene legato solo alle cure ospedaliere ma va a coinvolgere anche il tema della cronicità, che va monitorizzata costantemente e che va curata sul territorio. L'obiettivo finale resta sempre il miglioramento della qualità".

Il gruppo di lavoro prevede la realizzazione di un documento operativo, di un iter diagnostico-terapeutico, di un archivio di patologia e il potenziamento di attività di screening nelle diverse popolazioni a rischio per gettare le basi per la realizzazione di network di patologia. Sarà così possibile diffondere conoscenze e competenze in modo omogeneo sul territorio, consentendo ai medici e ai pazienti di orientarsi in maniera clinicamente più appropriata e consapevole.
L'ipertensione polmonare colpisce un paziente su 100.000, con una mortalità che oscilla tra il 15 e il 30%. I sintomi della malattia sono poco conosciuti e aspecifici: stanchezza e sensazione d'affanno tra gli altri. Si calcola che il 40% dei casi sia tuttora sotto-diagnosticato. Una diagnosi tempestiva premette di individuare la terapia più appropriata, migliorandone la prognosi. L'ipertensione polmonare progredisce, ma un follow up costante e accurato può evitare o ritardare il più possibile il trapianto del polmone.

PIATTAFORMA TECNOLOGICA - Il progetto sull'ipertensione polmonare è uno dei 30 presentati dalle industrie alla Regione sulla "piattaforma tecnologica" promossa dalla Regione stessa "per fare in modo che il sistema sanitario possa essere leva e motore di sviluppo per la comunità".
Il punto di partenza è stato la messa in rete delle 6 facoltà di Medicina presenti in Lombardia - che vantano 14 macro aree di ricerca e 119 aree specifiche di ricerca - che ha portato poi al coinvolgimento dei ricercatori anche di altre discipline non strettamente mediche e alla collaborazione di Finlombarda per la parte finanziaria. Su questa piattaforma l'industria ha dunque deciso di presentare e finanziare vari progetti (30 appunto finora): "I vantaggi - ha spiegato Bresciani - sono per tutti.
L'industria finanzia la ricerca in Università e, se il progetto è valido, il prodotto che ne scaturisce ottiene una certificazione dal sistema, che è una garanzia di qualità".
"In questo modo - ha concluso Bresciani - il sistema sanitario è in grado di creare ricchezza e di essere leva e motore per lo sviluppo".

(Lombardia Notizie 31 maggio 2010 Ln - Milano))

mercoledì 26 maggio 2010

L'obiettivo è rendere sempre più facile il viaggio in treno


In un recente incontro con il
Gruppo Ferrovie dello Stato,
le Associazioni di persone con disabilità - e in particolare quelle della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) - hanno sollevato due questioni delle quali si è recentemente occupato anche il nostro sito: l'iniquità di far pagare alle persone con disabilità i servizi telefonici di Trenitalia e l'impossibilità di prenotare tramite internet posti dedicati o il servizio di assistenza. Le risposte su questi specifici problemi mancano ancora, ma nel frattempo va segnalato anche l'avvio di "Postoblu", servizio che, pur presentando ancora una serie di criticità, dovrebbe comunque rappresentare una facilitazione per i passeggeri con disabilità, almeno in alcuni casi
Il 29 aprile scorso si è tenuta a Roma una riunione convocata dal Gruppo Ferrovie dello Stato con le Associazioni di persone con disabilità. Tra i molti problemi discussi durante l’incontro, abbiamo posto sul tappeto - come FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) - anche due questioni recentemente trattate in Superando, rispettivamente negli articoli Non convincono quelle risposte di Trenitalia e del Governo ed Eppure Trenitalia dichiara il proprio impegno sui temi sociali..., pubblicati il 28 aprile e il 12 maggio [disponibili cliccando qui e qui, N.d.R.].In primo luogo abbiamo segnalato come la presenza di servizi telefonici a pagamento per i viaggiatori con disabilità sia in contraddizione con quanto sancito dal Regolamento Europeo (CE) 1371/07, relativo ai Diritti e agli Obblighi dei Passeggeri nel Trasporto Ferroviario, che all’articolo 19, comma 2 stabilisce chiaramente che «le prenotazioni e i biglietti sono offerti alle persone con disabilità e alle persone a mobilità ridotta senza costi aggiuntivi».Al tavolo del 29 aprile a questa obiezione non è stata data una risposta. Del resto, come ben argomentato da Sonia Zarino nel suo articolo del 28 aprile, non appare convincente la spiegazione fornita tempo fa dal sottosegretario alle Infrastrutture Mantovani.
In secondo luogo, all’incontro del 29 aprile, sempre come FISH abbiamo sollevato il problema per cui sul sito web dell’azienda non è possibile prenotare né posti dedicati alle persone con disabilità, né il servizio di assistenza per la salita e discesa dai treni in stazione. La risposta dell’azienda è stata che per il momento quell'opzione non è possibile per ragioni organizzative, legate tra l’altro alle modalità di gestione operativa del servizio di assistenza. Alle Associazioni non resta dunque che insistere affinché Ferrovie dello Stato trovi il modo di superare queste difficoltà al più presto.A beneficio dei lettori, è comunque da segnalare l’entrata in funzione da poco tempo della nuova modalità di prenotazione denominata Postoblu, i cui dettagli sono scaricabili nel sito di Trenitalia cliccando qui.In sostanza Postoblu consente a una persona con disabilità di prenotare i biglietti al momento stesso della richiesta di assistenza, procedendo successivamente al loro pagamento e ritiro. La prenotazione può essere eseguita telefonando ai recapiti di Trenitalia (tre possibili numeri) o recandosi presso le Sale Blu (quattordici in tutta Italia), o ancora scrivendo ad esse via e-mail. Certo, non si tratta di una "rivoluzione copernicana", ma questo servizio aggiuntivo dovrebbe comunque rappresentare una facilitazione per i passeggeri con disabilità, almeno in alcuni casi.Purtroppo permangono le criticità derivanti dal fatto di doversi rivolgere a numeri telefonici a pagamento, o alle Sale Blu che sono presenti in numero ridotto sul territorio. Sono presenti inoltre condizioni e limitazioni d’uso che in alcuni casi possono rendere il servizio di non immediata comprensione e utilizzazione.In primo luogo Postoblu è disponibile solo per i treni Espressi, Intercity, Intercity Notte, Eurostar City, Eurostar Italia, Eurostar Italia Fast, Eurostar Italia Alta Velocità, Eurostar Italia Alta Velocità Fast ed EC (sulle tratte nazionali). Sono dunque esclusi i treni Regionali e Interregionali. Inoltre Postoblu non è applicabile sui biglietti internazionali, su quelli del servizio cumulativo, sugli abbonamenti e sui biglietti per le comitive.Va poi evidenziato che con Postoblu è possibile prenotare tre diverse tipologie di posti:- posti attrezzati (con aggancio per le carrozzine) e i rispettivi posti a sedere "associati" per l’eventuale accompagnatore;- posti riservati alle persone con disabilità e ai loro accompagnatori;- posti ordinari, cuccette o vagoni letto.L’accompagnatore può usufruire del servizio Postoblu solo per i viaggi da effettuare insieme al cliente accompagnato.Piuttosto complessa e poco intuitiva è infine la differenziazione dei tempi di richiesta e di perfezionamento delle prenotazioni:- i posti attrezzati per persone con disabilità e quelli ad esse riservati - unitamente a quelli per gli eventuali accompagnatori - possono essere assegnati fino ad un’ora prima della partenza, compatibilmente con i tempi minimi richiesti per la programmazione del servizio di assistenza. I biglietti vanno acquistati entro l’orario previsto per la partenza;- i posti ordinari devono essere confermati entro le 24 ore successive alla prenotazione, ma con un anticipo di almeno 24 ore dalla partenza;- le cuccette e i posti in vagone letto devono infine essere confermati entro le 24 ore successive alla prenotazione, ma con un anticipo di almeno 48 ore dalla partenza.Al termine dell’operazione di prenotazione, si ottiene un codice della transazione effettuata (PNR), con il rispettivo termine di validità, unitamente ai dati relativi al viaggio e alla pratica di assistenza. Fornendo i propri recapiti, si possono ricevere le stesse informazioni tramite SMS e/o e-mail o anche via fax.Il pagamento si può effettuare presso:- le biglietterie di stazione;- le biglietterie self-service;- le agenzie di viaggio abilitate, le ricevitorie Sisal o presso gli sportelli Bancomat Unicredit Banca (costo del servizio un euro e mezzo).In alcuni casi è possibile anche optare per la modalità ticketless, nel qual caso dopo il pagamento si potrà accedere direttamente al treno, dove si ritirerà la ricevuta.In caso di mancato pagamento in tempo utile, la prenotazione Postoblu verrà automaticamente annullata e il posto stesso verrà rimesso in disponibilità, per cui occorrerà prestare sempre attenzione al rispetto dei tempi richiesti per perfezionare prenotazione e pagamento.

(di Gabriele Favagrossa*) da Superando.it

martedì 4 maggio 2010

La discriminazione tra i banchi: il sistema di valutazione e i suoi documenti


È un organismo apparentemente "oggettivo", l'INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione), con le sue indagini periodiche sulla qualità del sistema scolastico nel nostro Paese. E tuttavia c'è chi ne intravede nei metodi e nei documenti prodotti una serie di discriminazioni attuate nei confronti degli studenti con disabilità, con il paradosso che alla fine rischiano di essere penalizzate proprio le scuole maggiormente inclusive. Vediamo perché

Nato nel 1999 dalla trasformazione del CEDE (Centro Europeo per l'Educazione) e ulteriormente riordinato nel 2004 dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, l'INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione) ha come sua principale missione istituzionale quella di «fornire alle istituzioni scolastiche e alle famiglie degli studenti adeguate informazioni e affidabili criteri di giudizio, in aggiunta a quelli che ogni docente acquisisce quotidianamente attraverso il contatto con gli allievi». Tale compito viene innanzitutto svolto - come si può leggere nello stesso sito dell'INVALSI - attraverso «verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell'apprendimento permanente». In particolare viene gestito il cosiddetto "Servizio Nazionale di Valutazione" (SNV), tramite specifiche "prove di apprendimento". Viene infine prodotto un Manuale per il somministratore, che dovrebbe fornire tutte le indicazioni in vista delle prove che per quest'anno sono previste esattamente dal 6 al 13 maggio prossimi e che sempre per quest'anno riguarderanno le classi II e V della Scuola Primaria e la I della Scuola Secondaria di Primo Grado, con una forma di obbligatorietà mai imposta in precedenza.
Si tratta di premesse informative che riteniamo necessarie per meglio inquadrare le ragioni che portano Elena Duccillo, in questa sua nota, a ritenere come discriminanti - nei confronti degli studenti con disabilità - una serie di azioni condotte in questi anni dall'INVALSI. Nell'attuale contingenza, l'attenzione - e le critiche - si rivolgono in particolare a una Nota dell'INVALSI prodotta il 15 aprile scorso, «ritenuta opportuna, di fronte alle numerose domande pervenute», riguardanti appunto «la partecipazione degli alunni disabili alle prove SNV».

Non vorrei dilungarmi troppo sui sei anni finora passati ad opinare cose lapalissiane sulle discriminazioni compiute e perpetrate a danno degli alunni con disabilità dalle prove di apprendimento somministrate dall'anno di istituzione dell'INVALSI [2004, N.d.R.]. È infatti sufficiente soffermarsi su alcuni fatti recenti, nell'imminenza delle prove del presente anno scolastico, previste dal 6 al 13 maggio prossimi.
Mi riferisco in particolare alla Nota prodotta dall'INVALSI il 15 aprile scorso, che pur non avendo, a mio parere, forza di legge, arriva addirittura a contraddire le Circolari Ministeriali in materia di strumenti compensativi e dispensativi, ad esempio per gli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA). Infatti vi si scrive tra l'altro che «gli alunni con diagnosi di DSA partecipano alle prove SVN nelle stesse condizioni degli altri».

In linea generale, poi, ritengo che non vi siano affatto i presupposti per le opportune procedure a garanzia dei diritti di coloro che svolgeranno le prove tra i 188.000 alunni con disabilità tra i 6 e i 14 anni che i dati statistici (fermi al 1999) dichiarano frequentare le scuole italiane: essi, infatti, potranno svolgere le prove o esserne esclusi, a discrezionalità delle scuole stesse. Si scrive infatti nella Nota dell'INVALSI che «la decisione di far partecipare alle prove gli alunni con disabilità intellettiva (o di altra disabilità grave), seguiti da un insegnante di sostegno alle prve INVALSI è rimessa al giudizio della singola scuola. Questa può: 1) non far partecipare alle prove gli alunni con disabilità intellettiva o altra disabilità grave, impegnandoli nei giorni delle prove in un'altra attività; 2) farli partecipare insieme agli altri studenti della classe, purché sia possibile assicurare che ciò non modifichi in alcun modo le condizioni di somministrazione, in particolare se si tratta di classi campione».

Ma non è tutto. Se guardiamo infatti al Manuale per il somministratore - reso noto, tra l'altro, in versione definitiva solo in data 28 aprile, a pochi giorni dall'inizio delle prove - va notato che gli studenti con disabilità non vi vengono affatto menzionati e che questa carenza ha di fatto portato molti docenti - anche di sostegno - a pensare che le prove debbano essere somministrate senza nemmeno una "personalizzazione" per tutti gli alunni, quale che sia la loro condizione.
Detto infine che nemmeno le prove previste nella spefiica Sezione SID (Spazio INVALSI per la Disabilità) sono somministrabili sic et simpliciter ad alunni con una Programmazione Educativa Individualizzata, vorrei concludere tornando a levare la mia protesta per tutte queste continue decisioni discriminanti e nemmeno utili ai fini statistici: va ricordato infatti che le prove degli alunni con codice di disabilità restano agli atti della scuola e non vengono trasmesse (e quindi rielaborate) all'INVALSI. Tutto ciò rischia alla fine di penalizzare nei risultati delle prove di apprendimento proprio le scuole maggiormente inclusive, senza dar luogo a dati attendibili sulle prestazioni degli alunni italiani, o meglio di "tutti" gli alunni italiani
(di Elena Duccillo) fonte Superando.it

lunedì 19 aprile 2010

Integrazione scolastica degli alunni con disabilità – Legge 440/97:Piano di riparto fondi

Piano di riparto dei fondi per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli incentivi perequativi per l'esercizio finanziario 2009 - Legge 440/97

IUniScuola Italia: Ecco la comunicazione del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca-Dipartimento per l’Istruzione -Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione-Ufficio VII


"Potenziamento e alla qualificazione dell’offerta di integrazione scolastica degli alunni con disabilità, con particolare riguardo agli alunni con deficit sensoriale, promosse dalle istituzioni scolastiche, anche associate in rete, nell’ambito dei rispettivi piani dell’offerta formativa, nonché ad iniziative di formazione del personale docente che opera nelle classi con alunni con disabilità.
Il finanziamento di euro 6.000.000,00, assegnato agli Uffici Scolastici Regionali, è stato ripartito in relazione al numero degli alunni con disabilità iscritti nell’anno scolastico 2008/2009 ed è comprensivo della somma spettante agli Istituti Atipici, attesa la mancata costituzione degli organismi di gestione degli stessi.
Il predetto finanziamento è stato così suddiviso:
a) € 5.500.000,00, per interventi a favore degli alunni con disabilità e formazione del personale docente (All. A);
b) € 500.000,00, per i Centri Territoriali di Supporto (All. B)."
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mercoledì 14 aprile 2010

Scuola/ Tagli,spariranno 25mila prof, penalizzati sud e superiori

Gli unici a 'salvarsi' docenti di sostegno e maestri d'infanzia
"Secondo fonti sindacali sarebbero 25.558 i posti di insegnante che dal primo settembre prossimo verranno cancellati dal Miur per effetto della politica di ridimensionamento degli organici della scuola prevista nella penultima finanziaria: una cifra considerevole, fortemente contestata dalle stesse organizzazioni sindacali durante gli incontri tenuti al ministero negli ultimi giorni, ed aggravata da ulteriori 15.000 tagli di personale non docente (amministrativi, tecnici ed ausiliari). Per l'ufficialità delle cifre bisognerà attendere l'imminente circolare sugli organici (verrà emessa entro il 22 aprile), ma qualora dovessero subentrare modifiche saranno comunque di poco conto. In queste ore l'attenzione si concentra soprattutto sugli insegnanti, molti dei quali perderanno la supplenza dopo diversi anni di servizio, interrotta solo in prossimità del termine dell'inizio dell'anno scolastico: si perderanno 22.018 in organico di diritto (contratti di supplenza sino al 31 agosto) e 3.540 in organico di fatto (sino al 30 giugno). Il sacrificio maggiore verrà chiesto ai docenti della scuola superiore, dove per effetto della riforma si perderanno ben 13.746 posti. Falcidiata anche la primaria (le ex elementari), dove il nuovo anno scolastico partirà con 8.711 maestri in meno. Più indolore la 'razionalizzazione' delle medie inferiori, dove il taglio riguarderà solo 3.661 posti da insegnante. Rimarrà esente dai tagli il comparto degli insegnanti di sostegno, dove si confermano i 63.348 posti in organico di diritto e i 27.121 in quelli di fatto. Una decisione quest'ultima su cui pesa non poco la recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittime le norme che limitano gli organici di sostegno in caso di supporto a studenti disabili gravi. Addirittura controcorrente, infine, la scuola dell'infanzia, dove si registrerà un incremento di 560 posti. Complessivamente, unendo tutti i tipi di corsi, si attuerà una riduzione pari al 4% del corpo docente. Con differenze, anche sensibili, da regione a regione: le più colpite saranno quelle del sud. In particolare la Calabria (-5,32%%), la Basilicata e la Sardegna (-5,18%) e la Sicilia (-5,06%). Tutte regioni che pagano, in particolare, il crescente calo della riduzione delle nascite degli ultimi anni. Tagli in linea con la media nazionale, però, anche in diverse regioni del nord dove, soprattutto grazie alla presenza fissa di immigrati, il tasso demografico è invece in aumento: in Veneto e Lombardia, per esempio si assisterà ad una riduzione di oltre il 3% del personale docente, a fronte di un incremento degli alunni pari all'1,3%"
Fonte (Apcom)

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lunedì 12 aprile 2010

Docenti di sostegno:Corsi di formazione e aggiornamento

IUniScuoLa : ecco la comunicazione Prot. MIURAOOUSPMI R. U. n. 6117 del 30/03/2010 del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca- Ufficio Scolastico Provinciale di Milano- Formazione - Politiche giovanili e Sostegno alla persona

Ai Dirigenti Scolastici
delle Scuole di ogni ordine e grado
di Milano e Provincia
e di Monza e Brianza

Oggetto: Corsi di formazione e aggiornamento per Docenti e Insegnanti di Sostegno "Tecnologie assistive per disabili visivi"

Si comunica che l’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riablitiazione onlus, in collaborazione con l'Ufficio Regionale Scolastico della Lombardia, darà avvio il 28 aprile 2010, presso l'Istituto dei Ciechi di Milano (Via Vivaio 7), a due percorsi di formazione/aggiornamento per docenti ed insegnanti di sostegno delle scuole lombarde nell'ambito del progetto "Tecnologie assistive per disabili visivi”:

Tiflologia e Tifloinformatica
Disabilità visiva e Accessibilità Web

I dettagli sono ampiamente esplicati nei bandi dei corsi, con i relativi moduli di iscrizione, allegati alla presente.
F.to Il Dirigente Giuliana Pupazzoni
Allegati:
Bando Tifloinformatica
Bando Accessibilità Web

domenica 11 aprile 2010

MINISTERO DELLA SALUTE: Modalita' di trasmissione telematica dei dati delle certificazioni di malattia

«Nella G.U. n. 65 del 19 marzo 2010 è stato pubblicato il Decreto 26 febbraio 2010 »

Il certificato di malattia e' inviato per via telematica
direttamente dal medico all'INPS, secondo le modalita' e utilizzando
i servizi definiti nel disciplinare tecnico allegato 1, che
costituisce parte integrante del presente decreto.
Il medico curante rilascia al lavoratore, al momento della
visita, copia cartacea del certificato di malattia telematico e
dell'attestato di malattia, ai sensi dell'art. 23 del codice
dell'amministrazione digitale, secondo le modalita' e utilizzando i
servizi definiti nel disciplinare tecnico [continua... Leggi tutto ]